×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 113
Iran. Ayatollah Khamenei alla Conferenza di Sostegno all’Intifada Palestinese



Versione integrale del discorso dell’Ayatollah Khamenei alla Conferenza di Sostegno all’Intifada Palestinese


  1 Ottobre, Teheran, Salone Riunioni Capi di Stato



Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso

La Lode appartiene ad Allah, il Signore dei due mondi,

e lode e pace al nostro patrono Mohammad e la sua pura progenie ed i suoi apostoli prescelti e a coloro che li seguono nel bene fino al Giorno del Giudizio.

Disse Allah il Saggio: “A coloro che sono stati aggrediti è data l'autorizzazione di difendersi, perché certamente sono stati oppressi e, in verità, Allah ha la potenza di soccorrerli;

a coloro che senza colpa sono stati scacciati dalle loro case, solo perché dicevano: “Allah è il nostro Signore”. Se Allah non respingesse gli uni per mezzo degli altri, sarebbero ora distrutti monasteri e chiese, sinagoghe e moschee nei quali il Nome di Allah è spesso menzionato. Allah verrà in aiuto di coloro che sostengono la Sua religione. In verità, Allah è forte e possente”. (Versetti 39 e 40, sura Haj o del Pellegrinaggio/ndr)

Diamo il benvenuto ai cari ospiti e a tutti i cari presenti. Tra tutti gli argomenti degni dell’attenzione dell’elite religiosa e politica del mondo islamico, la questione della Palestina ha uno spessore particolare. La questione della Palestina è la prima questione in comune tra tutti i paesi islamici. In questo argomento vi sono caratteristiche uniche:

Primo: Il fatto che una terra islamica è stata sottratta al suo popolo, è stata occupata ed è stata affidata a forestieri radunati dai paesi più disparati che hanno formato una così una comunità fasulla come un mosaico.

Secondo: Il fatto che questo evento senza precedenti nella storia, viene accompagnato costantemente da assassinii, crimini, ingiustizie e offese.

Terzo: Il fatto che la prima Qibla (luogo verso cui i musulmani si rivolgono per pregare/ndr) dei musulmani e molti altri centi sacri che si trovano in questo paese sono minacciati dalla distruzione, l’offesa ed il sacrilegio.

Quarto: Il fatto che quel governo e quella comunità falsa locata nel punto più sensibile del mondo islamico, dall’inizio fino ad oggi, ha svolto per i paesi imperialisti, il ruolo di base militare e politica e l’asse del colonialismo occidentale, che per diversi motivi è nemico dell’unità e del progresso dei paesi islamici, lo ha sempre usato come un pugnale da conficcare nel fianco della Ummah islamico.

Quinto: Il fatto che il sionismo, un pericolo morale, politico ed economico molto grande per la comunità mondiale, usa questo luogo per diffondere la sua influenza ed il suo dominio nel mondo.

Si potrebbero aggiungere anche altri concetti a questi, come le pesanti perdite umane e materiali dei paesi islamici finora; i problemi creati ai popoli ed ai governi islamici; la sofferenza di milioni di profughi palestinesi che per la maggiorparte vivono ancora nei campi profughi dopo ben 60 anni; e poi l’interruzione della Storia di uno degli importanti nuclei della civiltà islamica ed ecc…

Oggi a queste ragioni, si è aggiunto anche un’altro concetto chiave fondamentale e quello è il Risveglio Islamico che ha investito l’intera regione ed ha iniziato una stagione nuova e determinante nella Storia della Ummah islamica. Questo grande movimento che indubbiamente può portare alla creazione di un complesso islamico forte, progredito ed unito in questa zona importante del globo, e che con la forza divina e la volontà ferma dei pionieri di questo sollevamento, sarà il punto finale del periodo di arretratezza, debolezza ed umiliazione dei popoli islamici, ha preso di sicuro parte della sua potenza e del suo carattere epico dalla questione della Palestina.

L’ingiustizia e la prepotenza che aumenta di giorno in giorno, da parte del regime sionista, e la complicità di alcuni dittatori corrotti e mercenari dell’America da una parte, ed il sollevamente della resistenza esemplare dei palestinesi e dei libanesi e le loro miracolose vittorie nelle guerre dei 33 giorni in Libano e 22 giorni a Gaza, sono tra gli elementi che hanno reso tempestoso l’oceano apparentemente calmo dei popoli di Egitto, Tunisia, Libia e di altri paesi della regione.

Questa è una verità che il regime armato fino ai denti dei sionisti, che sosteneva di essere invincibile, in Libano, in una guerra in cui si trovava favorito, è stato sconfitto e umiliato dal pugno chiuso dei combattenti (mujahid/ndr) fedeli e coraggiosi e poi has provato invano la sua spada che non taglia più, anche contro la resistenza ferrea dell’oppressa popolazione di Gaza.

Nell’analisi della situazione attuale queste realtà devono essere prese in considerazione con serietà ed ogni decisione presa deve essere confrontata con tutto questo.

Dopo di ciò, è un parere esatto dire che oggi la questione della Palestina, ha assunto importanza e priorità aggiunta e che il popolo della Palestina ha il diritto di pretendere maggiore aiuto dai paesi musulmani, soprattutto nelle condizioni attuali della regione.

Diamo uno sguardo al passato ed al presente e tracciamo una Road Map per il futuro. Io vi spiego il mio pensiero a grandi linee.

Sono trascorsi più di 6 decenni dalla tragedia dell’occupazione della Palestina. Gli elementi principali di questa tragedia sanguinaria sono tutti conosciuti e in testa a tutti vi è il governo coloniale dell’Inghilterra che mise a disposizione politica, armi, forze di sicurezza, economia e cultura, seguito dagli altri paesi imperialisti di Occidente ed Oriente, affinchè questa grande ingiustizia si verificasse.

Il popolo indifeso della Palestina, sotto le grinfie degli occupatori senza pietà, è stato decimato e cacciato dalla sua casa. Fino ad oggi non è stato divulgato nemmeno l’1% della tragedia umana commessa in quel periodo da coloro che si presentano come difensori della civiltà e della moralità. I padroni della tv e del cinema e la mafia dei registi in Occidente non ha permesso che queste realtà venissero svelate. Un popolo è stato sterminato, cacciato e perseguitato in silenzio.

Si vennero a formare all’inizio delle resistenze che vennero sopresse in maniera spietata. Dal di fuori della Palestina e principalmente dall’Egitto, uomini di pensiero musulmani hanno svolto degli sforzi ma non sono stati sostenuti e non sono riusciti a influenzare la scena.

Dopodicchè fu’ il turno delle guerre ufficiali e classiche tra alcuni paesi arabi e l’esercito sionista. Egitto, Siria e Giordania usarono le proprie forze militari ma l’aiuto illimitato e incredibile di Usa, Gb e Francia al regime occupatore, causò l’insuccesso degli eserciti arabi. Loro non solo non riuscirono ad aiutare il popolo palestinese, ma persero anche parti importanti delle proprie terre.

Con il palesamento dell’incapacità dei governi arabi vicini della Palestina, poco alla volta i nuclei di resistenza organizzati si vennero a creare sottoforma di gruppi armati palestinesi e poco dopo la loro unione diede vita all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Era una scintilla di speranza che brillò ma che si spense presto per diversi motivi. Il motivo principale di questo insuccesso fu la lontananza dalla fede islamica; l’ideologia di sinistra o il solo nazionalismo, non potevano risolvere il problema complicato della Palestina. Quello che poteva coinvolgere un intero popolo e far di loro una forza invincibile era l’Islam, la Jihad e la propensione al martirio. Loro con compresero questa verità. Io nei primi mesi seguenti alla vittoria della rivoluzione islamica in Iran, quando i capi dell’Olp erano su di morale e venivano frequentemente a Teheran chiesi ad uno di loro: “Perchè non alzate la bandiera dell’Islam per guidare la vostra lotta legittima?”. Lui mi rispose che tra di loro c’erano anche cristiani. Quella persona negli anni seguenti venne assassinata in un paese arabo per mano dei sionisti ed io prego affinchè Ishallah venga perdonata da Dio ma devo dire che quel suo ragionamento era incompleto. Io credo che anche un cristiano può combattere meglio appoggiandosi alla sua fede insieme a compagni fedeli e devoti che credono puramente in Dio, nel Giorno del Giudizio e nell’aiuto divino, e che sia sostenuto dalla sua gente; una persona con queste caratteristiche si batte meglio di persone senza fede che combattono animati da sentimenti instabili e passeggeri e che non sono amati dalla gente.

La mancanza di fede veritiera e l’allontanamento dalla gente, ha reso gradualmente neutro questo gruppo palestinese. Tra loro ci sono stati grandi uomini, con dignità, forza e buona volontà, ma l’Organizzazione ha intrapreso un’altro corso. La loro deviazione ha danneggiato gli interessi della Palestina e li danneggia ancora. Anche loro, come alcuni governi arabi traditori, hanno voltato le spalle al sogno della resistenza che era ed è ancora l’univa via di salvezza della Palestina. E in realtà, non hanno danneggiato solo la Palestina ma anche se stessi. Come scrisse un poeta arabo cristiano:

“Se perderete la Palestina, la vostra vita sarà solo lunghezza e dolore”

32 anni di vita umiliante sono trascorsi in questo modo…ma all’improvviso la mano potente di Dio cambiò la situazione. La vittoria della rivoluzione islamica dell’Iran nel 1979 cambiò la condizione della regione e diede un colpo duro alle politiche dell’imperialismo. Il colpo più duro venne dato al governo sionista. Le affermazioni dei capi di quel regime in quei giorni sono davvero da leggere e testimoniano il loro smarrimento. Nelle prime settimane della vittoria della rivoluzione, l’ambasciata israeliana a Teheran venne chiusa e i suoi impiegati espulsi e la sua sede venne ufficialmente ceduta all’OLP ed ancora oggi i palestinesi hanno la loro sede in quella ambasciata. Il nostro Imam (l’Imam Khomeini/ndr) annunciò che uno dei grandi obbiettivi della nostra rivoluzione è la liberazione della terra della Palestina e la neutralizzazione di un tumore chiamato Israele. Le onde impetuose della rivoluzione in quei giorni, si diffusero in tutto il mondo, e si parlò della liberazione della Palestina. I problemi che i nemici della rivoluzione islamica hanno imposto alla Repubblica islamica dell’Iran, la guerra di otto anni scatenata dall’Iraq fu solo uno di questi ostacoli, non riuscì a far dimenticare alla Repubblica Islamica la volontà di difendere la Palestina.

E così nuovo sangue entrò nella vene della Palestina. I gruppi jihadisti palestinesi si risvegliarono. La resistenza in Libano aprì un nuovo fronte di lotta contro il nemico ed i suoi alleati. La Palestina, senza appoggiarsi ai paesi arabi e senza allungare la mano in direzione di istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, che erano complici dei paesi imperialisti, si affidì ai propri giovani animati dalla fede islamica, ai propri uomini, alle proprie donne.

Questa è la chiave di tutte le conquiste e di tutti i successi.

Negli ultimi tre decenni questo andamento è andato avanti progredendo. La sconfitta umiliante del regime sionista in Libano nel 2006 e l’insuccesso vergognoso del suo esercito vanaglorioso nel 2009 a Gaza, la fuga dal Libano meridionale e la ritirata da Gaza, la formazione del governo della resistenza a Gaza e in una frase, la trasformazione dei palestinesi da un popolo senza speranza in un gruppo di persone resistenti e piene di speranza, è il grande fenomeno degli ultimi 30 anni.

Questa immagina generale verrà completata con l’analisi corretta degli sforzi-tradimento, mirati a spegnere la resistenza e a far riconoscere Israele ai paesi arabi ed ai palestinesi.

Questo collaborazionismo, inaugurato dal successore indegno di Jamal Abdul Nasser, ha sempre voluto far scemare la forza della resistenza. Nel vergognoso accordo di Camp David, per la prima volta un governo arabo riconobbe Israele, cioè riconobbe l’occupazione sionista della terra islamica della Palestina e firmò una scritta nella quale vi era pure la frase “Israele, patria nazionale degli ebrei”.

Da allora fino ad arrivare agli accordi di Oslo nel 1993 e poi negli accordi aggiuntivi imposti dagli Usa e dai paesi colonialisti dell’Europa alla parte collaborazionista e senza forza dei palestinesi, tutto lo sforzo del nemico è stato quello di far rinunciare i palestinesi alla resistenza con promesse false e di occuparli con i giochetti della politica. La totale inutilità di questi accordi si vide presto ed i sionisti ed i loro sostenitori li hanno definiti più volte solo pezzi di carta senza valore. L’obbiettivo di quei piani era solo creare divisione tra i palestinesi e tentare le persone senza fede e materialiste e farle sperare in un qualcosa e impantanare la resistenza, tutto quì.

La soluzione per neutralizzare tutti questi giochi da traditori, è stato lo spirito della resistenza islamica dei gruppi palestinesi. Loro, con il volere del Signore, hanno resistito e visto che Dio promette di aiutare chi resiste per Lui, sono stati aiutati. La resistenza di Gaza nonostante l’assedio completo è stato per aiuto divino; il crollo del regime traditore e corrotto di Mubarak è stato aiuto divino; la formazione dell’onda possente di risveglio islamico nella regione è aiuto divino; il fatto che sia caduta la maschera ipocrita di Usa, Inghilterra e Francia e l’odio dei popoli della regione nei loro confronti che aumenta sempre più è aiuto divino; i problemi incessanti e numerosi del regime sionista, a cominciare dai problemi politici ed economici per arrivare all’isolamento internazionale e l’odio diffuso e persino il boicottaggio delle sue università in Europa, sono tutti segni dell’aiuto divino.

Oggi il regime sionista è più odiato, indebolito e isolato che mai ed il suo sostenitore principale, l’America, è più impantanato e smarrito di sempre.

Ora abbiamo dinanzi il passato della Palestina negli ultimi 60 anni. Dobbiamo regolare il futuro prendendo lezione da questo passato.

Bisogna chiarire prima due concetti:

Primo: Il fatto che il nostro obbiettivo è la Liberazione della Palestina intera, e non la liberazione di parte della Palestina. Ogni piano che voglia dividere la Palestina è condannato alla sconfitta. Il piano dei due Stati che è stato camuffato ad arte con il vestito del “riconoscimento dello Stato Palestinese alle Nazioni Unite” non è altro che fare la volontà dei sionisti ovvero “accettare lo Stato Sionista nelle terre palestinesi”. Ciò significa calpestare il diritto del popolo palestinese, ignorare il diritto storico dei profughi, e persino minacciare i diritti dei palestinesi residenti nelle zone del 1948. Significa salvaguardare un tumore ed una minaccia perenne nel corpo della Ummah islamica e soprattutto tra i popoli della regione. Significa la ripetizione delle sofferenze di decine di anni e rende vano il sangue dei martiri.

Ogni piano deve essere basato sul concetto: “Tutta la Palestina per tutto il popolo della Palestina”. La Palestina è la Palestina, “dal fiume al mare” e nemmeno un palmo di mano in meno. Non bisogna scordare che proprio come Gaza, ogni terra palestinese che verrà liberata verrà governata da un governo palestinese indipendente, ma non bisogna dimenticare quello che è l’obbiettivo finale.

Secondo: per raggiungere questo obbiettivo eccelso, bisogna darsi da fare e non solo parlare; bisogna essere seri e non limitarsi a gesti da palcoscenico; ci vuole diligenza e pazienza e non reazioni affrettate e sconsiderate. Bisogna guardare gli orizzonti lontani e procedere passo per passo e con speranza. I governi ed i popoli musulmani, i gruppi della resistenza in Libano, Palestina e negli altri paesi, possono svolgere ognuno il loro compito e riempire la tabella di marcia della resistenza, Inshallah.

Il piano della Repubblica Islamica dell’Iran per risolvere la questione della Palestina e far cicatrizzare quest’antica ferita, è un piano chiaro, ragionevole e basato sul pensiero politico accettato in maniera diffusa nel mondo di oggi che è stato spiegato in precedenza.

Noi non proponiamo ne le guerre classiche dei paesi islamici, ne il fatto che gli ebrei immigrati vengano buttati a mare e ne il dominio dell’Onu e delle altre organizzazioni internazionali. Noi chiediamo il referendum; vogliamo che venga interpellato il popolo palestinese. Anche il popolo della Palestina, come qualsiasi altro popolo, ha il diritto di determinare il proprio futuro e di scegliere il tipo di governo del suo paese. Tutti i veri abitanti della Palestina, musulmani, cristiani ed ebrei, ma non gli immigrati di altre nazionalità, vivono in molti luoghi, nella Palestina stessa, nei campi profughi, in altri paesi del mondo. Che siano loro, in un referendum ordinato ed universale, a scegliere il proprio governo. Quel sistema e quel governo deciderà la sorte degli immigrati non palestinesi che negli anni si sono trasferiti in Palestina. È un piano giusto e ragionevole che può essere sostenuto da tutti i paesi. Ed è quì che si fa importante il ruolo dei paesi islamici. Devono interrompere ogni sorta di sostegno al nemico occupante. Dopo che i popoli musulmani sono scesi in piazza ed hanno urlato slogan coraggiosi contro il regime sionista, i governi islamici con quale ragionamento proseguono le loro relazioni con questo regime? La prova di sincerità dei governi islamici sta nel loro sostegno alla Palestina, nell’interruzione delle relazioni apparenti e nascoste con questo regime. I governi che ospitano sedi diplomatiche o economiche dei sionisti non possono pretendere di essere schierati a favore della Palestina e nessun messaggio anti-sionista, da parte loro, può essere considerato serio.

Le organizzazioni di resistenza islamica che hanno avuto il dovere pesante della Jihad negli anni scorsi, anche oggi hanno dinanzi un grande dovere. La resistenza organizzata formata da aloro, può incamminare la Palestina intera verso il suo sogno. Tutte le leggi e gli accordi internazionali riconoscono come lecita e legittima la resistenza coraggiosa contro l’occupazione di una terra. L’accusa di terrorismo della rete politica e mediatica dipendente dal sionismo, è solo una falsa accusa. Il terrorista vero e proprio è il regime sionista e lo sono i suoi sostenitori occidentali; e la resistenza palestinese, è un movimento anti-terrorista e anti-ingiustizia e un movimento sacro ed umano.

In queste condizioni, è giusto che pure i paesi occidentali inizino ad aprire gli occhi sulla realtà. Loro sono dinanzi a due vie. O devono rinunciare alla prepotenza storica e riconoscere i diritti dei palestinesi e smettere di seguire la trama dei sionisti nemici dell’umanità, oppure attendere colpi ancora più duri nel futuro. Questi colpi paralizzanti non saranno solamente il crollo dei regimi fantoccio nella regione del Medioriente; quanto i popoli di Europa ed America capiranno che la maggiorparte dei loro problemi sono dovuti al dominio economico, sociale e culturale della piovra del sionismo internazionale sui loro governi, e che i loro governanti si arrendono al volere dei ricchi imprenditori sionisti per interessi personali o di partito, allora ci sarà un vero inferno per loro dal quale non sapranno più uscire.

Il presidente degli Stati Uniti dice che la sicurezza di Israele è la sua linea rossa. Ma chi ha designato questa linea rossa? Gli interessi nazionali americani oppure la necessità personale di Obama di avere i soldi ed il sostegno delle compagnìe sioniste per poter essere eletto per il secondo mandato? Fino a quando riuscirete a ingannare i vostri popoli? Il giorno in cui il popolo americano capirà che voi, per mantenere il potere un pò di più, vi siete venduti ai ricchi sionisti sacrificando gli interessi nazionali, cosa ne sarà di voi?

Fratelli e sorelle, miei cari. Sappiate che questa linea rossa di Obama e di gente come lui verrà infranta dai popoli insorti della regione. Quello che minaccia il regime sionista non sono i missili dell’Iran o i gruppi della resistenza, che si cerchi di risolvere la questione con uno scudo anti-missile; la minaccia reale dalla quale non ci si può difendere è la volontà ferma e immutabile degli uomini e delle donne nei paesi islamici che non vogliono più che Europa, America e loro fantocci li governino e li umiglino.

Non scordiamoci però che anche i missili di cui parlavamo poco prima, poi, saranno pronti a svolgere il loro dovere quando ci sarà una minaccia da parte del nemico.

E siate pazienti perchè la promessa di Allah è veritiera e non vi intimoriscano coloro che non credono. E che la Pace e la Benedizione di Dio sia con voi.



Fonte:http://italian.irib.ir/

ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione

 
L'onestà intellettuale crea dibattito e stimola nelle persone l'approfondimento. Chi sostiene l'informazione libera, sostiene il pluralismo e la libertà di pensiero. La nostra missione è fare informazione a 360 gradi.

Se credi ed apprezzi la linea editoriale di questo giornale hai la possibilità di sostenerlo concretamente.
 

 

 

Ultimi articoli

Lazio, Barbera (PRC): "La maternità non può giustificare discriminazioni, la giunta regionale rimuova i responsabili"

(ASI) "La vicenda denunciata oggi da 'La Repubblica' riguardante l'assunzione posticipata alle infermiere in maternità vincitrici di concorso nelle strutture sanitarie del Lazio è di ...

Fiore (FN): con mandati di cattura per crimini contro l'umanità per Netanyahu e Gallant, Israele perde la sua legittimità. L'Italia rompa le relazioni

(ASI) "La Corte Penale Internazionale dell'Aia ha emesso mandati di cattura per crimini contro l'umanità nei confronti di Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant. Questo implica che i due non possono ...

Roma, Giubileo. F. De Gregorio-G.Lobefaro (Azione): sfratto signora da immobile Vaticano. chiederemo consiglio straordinario in I Municipio

(ASI) Roma - "A pochi giorni dall'appello del Papa ad accogliere chi vive la precarietà abitativa, assistiamo al tentativo di sfratto perpetrato ai danni di una donna invalida e ...

Europa, Sottosegretario al Ministero dell'Interno Prisco: “Orgogliosi nomina Fitto , certificata autorevolezza Italia e governo”

(ASI) "La nomina di Raffaele Fitto a Vicepresidente Esecutivo della Commissione Europea, con deleghe a Coesione e Riforme è un riconoscimento di altissimo prestigio che inorgoglisce l'Italia e che certifica l'autorevolezza ...

Lavoro. Paolo Capone, Leader UGL: “Rafforzare sinergia fra pubblico e privato per rilanciare l’occupazione”

(ASI) “La firma dei decreti che consentono l'inserimento nella piattaforma per l'inclusione sociale e lavorativa anche dei disoccupati e dei percettori della disoccupazione in quanto collaboratori coordinati e continuativi è un ...

MO, M5S: scioccanti parole Tajani su decisione CPI

(ASI) Roma  - "Scioccanti e vergognose le parole di Tajani sul mandato d'arresto spiccato dalla Corte penale internazionale per Netanyahu e Gallant che secondo il capo della Farnesina va ...

Trasporti, Potenti (Lega): Felice per risorse a scuola inagibile di Montecatini Val di Cecina

(ASI) "Non posso che esprimere la mia felicità per la notizia della firma del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che dispone la destinazione delle risorse di cui ...

Istituto Friedman: Ferma condanna al mandato di arresto della CPI contro Netanyahu e Gallant

(ASI)"L’Istituto Milton Friedman condanna con assoluta fermezza il mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) contro il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa ...

Fusione Cosenza, Baldino contesta Occhiuto: «Rozzo spot elettorale, Ionio isolato da sempre per visioni miopi»

(ASI) Roma - <Quando studiavo geografia alle scuole elementari, la Basilicata era la regione più povera d'Italia, accompagnata dalla Calabria e, secondo alcuni sussidiari, anche dalla Puglia. Ora che ...

MO: Provenzano (PD), Italia rispetti CPI e si adegui a sue decisioni

(ASI) "È partito l'attacco alla Corte Penale Internazionale, per il mandato di arresto a Netanyahu. La CPI è un'acquisizione fondamentale della giustizia internazionale, fondata sullo Statuto di Roma. L'Italia ha il dovere ...

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 113