(ASI) "Dopo una breve introduzione del Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, il Consiglio di Sicurezza che si è riunito l’11 febbraio si è aperto con un monito di Nickolay Mladenov, Coordinatore Speciale per il Processo di Pace in Medio Oriente, contro ogni piano unilaterale - compresa l’annessione di territori in Cisgiordania - tale da chiudere definitivamente la porta ai negoziati compromettendo qualsiasi possibilità di raggiungere la pace.
Prendendo la parola, il Presidente Abu Mazen ha detto di essere lì a nome di 13 milioni di palestinesi, per chiedere una pace giusta e ribadire il rifiuto della proposta proveniente da Israele e dagli Stati Uniti. Una proposta irricevibile per la Palestina, che la comunità internazionale non dovrebbe considerare come punto di riferimento per alcun negoziato, giacché rappresenta “un piano preventivo, concordato tra Israele e Stati Uniti per mettere la parola fine alla questione palestinese”. Una questione che non ha niente a che fare con la religione, ha sottolineato il Presidente, perché i palestinesi non hanno nulla contro gli ebrei ma lottano contro chi attacca la loro terra.
La soluzione, secondo Abu Mazen, non può essere una mappa della Palestina più simile a un formaggio con i buchi che a uno Stato, ma deve venire da una conferenza internazionale di pace che veda la partecipazione della Palestina e di Israele, nel rispetto del diritto internazionale.
Dello stesso avviso si è dichiarata la Tunisia, che insieme all’Indonesia – anch’essa Membro dell’attuale Consiglio di Sicurezza - è ora impegnata nella stesura di una risoluzione volta a chiedere la fine dell’occupazione per promuovere la soluzione del conflitto.
Non sorprende che i Membri del Consiglio di Sicurezza si siano espressi per il rispetto del diritto internazionale. La Francia, ad esempio, ha ricordato come il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza non siano semplici opzioni che gli Stati Membri possono adottare o trascurare.
Né c’è da scoraggiarsi, dopo tanti anni di stallo. Anche in Sudafrica, ha ricordato il rappresentante di questo Stato, l’elezione di Nelson Mandela a capo di un Paese unito e democratico sembrava impossibile: “Speriamo che questo serva di lezione per trovare la pace tra i palestinesi e gli israeliani”.
Chi ha mostrato un totale disprezzo per i principi fondamentali del diritto - lasciando intendere che se sin qui non hanno funzionato ci sarà pure un motivo – è l’Ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon. Danon, infatti, ha colto questa occasione per elogiare il piano di Trump in quanto “nuovo”, enfatizzando come secondo lui giustamente si distacchi da principi obsoleti che sin qui hanno fallito. Ancora una volta, la situazione esistente viene presentata come l’unica “realistica”, fino a coniare il termine “rifiutismo” per descrivere l’atteggiamento di chi, come il Presidente Abu Mazen, non può che rifiutare le attuali condizioni di ingiustizia.
Secondo Danon, i discorsi alle Nazioni Unite non possono certo sostituire i negoziati diretti, e i negoziati potranno riprendere solo quando Abu Mazen se ne sarà andato.
Un attacco frontale al Presidente della Palestina, dunque, che ha ricordato a molti l’istigazione all’odio di cui è già stato vittima Arafat e che fa il paio con le critiche già mosse contro Abu Mazen da Jared Kushner - genero di Donald Trump nonché ideatore del cosiddetto “Piano di Pace” - che qualche giorno prima di Danon si è permesso di attribuire la responsabilità delle violenze israeliane contro coloro che in Palestina hanno giustamente manifestato la propria rabbia nei confronti della sua iniziativa, a una leadership palestinese a suo dire capricciosa, colpevole di aver promosso tali manifestazioni e dunque impreparata a tenere le redini di uno Stato.
Anziché praticare una simile arroganza, non sarebbe più onesto ammettere che il “Piano Kushner” non era affatto pacifico e non poteva che sortire manifestazioni di rabbia? E anziché parlare di “incitamento alla rabbia”, non sarebbe forse il caso di condannare le uccisioni a sangue freddo praticate impunemente da Israele per liberarsi di quelli che considera elementi di disturbo?
In pochi giorni, dal fatidico annuncio del 28 gennaio al 7 febbraio, sono stati ammazzati 6 sei ragazzi che non rappresentavano una pericolosa minaccia ma una realtà da tener ben presente.
Come ha immediatamente commentato Saeb Erekat, Segretario Generale del Comitato Esecutivo dell’OLP, rispondendo a Kushner, “le principali fonti di violenza sono l’occupazione israeliana e la sua politica degli insediamenti”. Se non ci fossero l’occupazione e gli insediamenti, con le uccisioni, le demolizioni, gli arresti e le torture che ne conseguono colpendo anche i minori, non ci sarebbero quelle che sono sacrosante proteste e tanti ragazzi non si troverebbero a dover scegliere tra la prigionia e il martirio."
Vedi:
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=tY9PLWa115062178935atY9PLW
https://www.aljazeera.com/news/2020/02/pa-mahmoud-abbas-trump-plan-offers-swiss-cheese-state-200211181240761.html
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=Y4YVOra115056468417aY4YVOr
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=imxnoGa115055516664aimxnoG
https://www.un.org/unispal/document/security-council-middle-east-sc-14103/
https://www.un.org/sg/en/content/sg/statement/2020-02-11/secretary-generals-introductory-remarks-security-council-open-briefing-the-middle-east-delivered
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=jXq8dYa115054564911ajXq8dY
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=HgN3Uja115052661405aHgN3Uj
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=Kt1d6ta115045047381aKt1d6t
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=UD4xoMa115043143875aUD4xoM
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=DhfDYpa115041240369aDhfDYp
https://foreignpolicy.com/2020/02/11/trump-pressures-palestinians-over-middle-east-peace-plan-israel-netanyahu-abbas-olmert-united-nations-diplomacy/
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=vT3zVba115015543038avT3zVb
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=ZpgyQia115012687779aZpgyQi
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=ZpgyQia115004122002aZpgyQi
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=ZpgyQia115005073755aZpgyQi
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=fNqmi0a114998411484afNqmi0
Fonte: Newsletter dell’Ambasciata di Palestina Roma, Italia No 154 del 17 febbraio 2020