Risorse vitali che vengono sottratte alle priorità dello Stato sociale: sanità, scuola pubblica, università, ricerca scientifica, ai lavoratori, pensionati agli investimenti pubblici produttivi su infrastrutture. Invece, fra le nazioni che vogliono seriamente debellare questo endemico problema e il criminale fenomeno del narcotraffico, in prima fila troviamo, 'a sorpresa' un cosiddetto 'Stato canaglia'.
Infatti, la Repubblica Islamica dell'Iran è fortemente impegnata a combattere con ogni mezzo la forte organizzazione criminale della droga, tanto da essere il primo paese al mondo per la lotta che sta conducendo al traffico illecito degli stupefacenti, per il numero degli interventi di contrasto al narcotraffico che ha effettuato e per la quantità della droga sequestrata. Così come è sempre l'Iran che ne sta pagando pure un alto prezzo in vite umane pur di contrastare il malaffare della droga.
La Repubblica Islamica lo fa proprio in quella zona asiatica (principalmente al confine con l'Afghanistan) in cui cresce fiorente la produzione e il commercio dell'oppio e dove c'è il maggiore rischio di scontri con le organizzazioni malavitose. Al contrario, i numerosi 'democratici eserciti' degli Usa e della coalizione presenti in loco, che sono dotati di straordinari strumenti militari idonei per fare molto contro il narcotraffico, hanno dimostrato di essere interessati ad altri affari...
Ne è la riprova che la Repubblica Islamica per essere maggiormente efficace nella lotta contro la produzione, il traffico e il commercio degli stupefacenti sta intensificando le collaborazioni con Afghanistan ed altri paesi. Infatti, ieri il Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Ahmadinejad , incontrandosi con il direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), Yuri Fedotov, ha ufficialmente chiesto che nel contrasto al narcotraffico si impegnino pure le forze NATO presenti in Afghanistan.
Mahmoud Ahmadinejad gli ha poi fatto presente che: "Se solo il 10% dei costi della guerra stanziati in Afghanistan fosse destinato per tenere sotto controllo la coltivazione di oppio in quel paese, una parte importante della coltivazione del papavero e il traffico di droga sarebbero più efficacemente contrastati".
Il presidente iraniano Ahmadinejad ha proseguito nel ricordare al suo interlocutore che il traffico di droga non si limita a coinvolgere un paio semplici agricoltori e commercianti, piuttosto, dietro il narcotraffico ci sono grandi organizzazioni economiche. Un malaffare che pure utilizzato per scopi ed interessi politici.
Poi il capo di Stato iraniano ha concluso: "Oggi, la nazione iraniana sta combattendo il transito di sostanze stupefacenti per conto di una vasta parte della comunità internazionale, e non distinguere tra i giovani iraniani ed europei. Combattere la droga richiede decisioni politiche ed economiche a livello internazionale e regionale."
Il direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), Yuri Fedotov, da parte sua, ha elogiato la Repubblica Islamica dell'Iran per gli sforzi che sta compiendo ed ha anche confermato che l' UNODC è determinata a collaborare e a fornire alla Repubblica islamica il supporto anche tecnologico necessario per migliorare soprattutto il controllo delle frontiere.