(ASI) “La cooperazione tra le due Sponde del Mediterraneo rappresenta uno strumento per contrastare la crescita irrefrenabile del fenomeno del terrorismo e dell’immigrazione illegale. Perché questo avvenga, però, è necessario incentivare l’informazione, la ricerca e la conoscenza delle diverse realtà che costituiscono i Paesi mediterranei e mediorientali”.
Così, il Prof. Foad Aodi, Focal Point per l’integrazione in Italia per l’Alleanza delle Civiltà -UNAoC (organismo ONU), e fondatore della Confederazione Internazionale Unione Medica Euro-Mediterranea UMEM e #Cristianinmoschea, commenta il corso di perfezionamento su “Mediterraneo e Medio Oriente oggi: problemi e prospettive”, organizzato dall’Università LUMSA di Roma in collaborazione col Rotary Club “Roma Cassia” e la Gi. & Me. Association, e col contributo della Fondazione “Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo”.
Questo master innovativo di durata semestrale, partito in data 28 aprile e attivo sino al 30 ottobre 2017, è rivolto ai laureati di primo livello, sia italiani che stranieri, e si pone come obiettivo proprio lo “studiare, con una prospettiva sincronica, l’attuale configurazione delle politiche economiche, culturali e sociali nello spazio mediterraneo, per formare esperti nelle relazioni economiche, giuridiche, politiche e culturali tra i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente”. Arricchiscono le 150 ore di lezioni, docenti di prim’ ordine, professori, ricercatori di importanti enti, Università e istituzioni pubbliche e private.
Il Prof. Giovanni Lippa, Dottore di Ricerca in Diritto Comparato dell’Economia e della Finanza, ha illustrato, nel master, la relazione su “I possibili benefìci della finanza islamica nel Mediterraneo”, sottolineando che “Il mutato contesto di riferimento nei Paesi frontalieri, causa l’intensificarsi del vissuto confessionale dopo le primavere arabe, impone, infatti, di studiare strumenti finanziari di sostegno per imprese e cittadini, al fine di creare inclusione sociale, crescita e sviluppo. Affinché ciò avvenga – ha aggiunto – è necessario però che la finanza islamica investa maggiormente su strumenti di compartecipazione del rischio, e meno sui contratti asset-based, che più si prestano a distorsioni speculative. Un po’ quello che successe, qualche decennio fa, con le banche popolari e cooperative in Italia, Germania e Austria. Ciò potrebbe anche portare, con l’ auspicabile flessibilità sia da parte istituzionale che degli operatori islamici, a una maggior integrazione finanziaria delle comunità musulmane presenti in Occidente”.
“Siamo molto soddisfatti del successo che sta riscuotendo il corso”, sottolinea, in qualità di coordinatore scientifico del corso stesso, l’Ing. Francesco Martinelli (Rotary Club Roma Cassia), Presidente di Gi&Me Association:“corso, che prevede per luglio 2018, anche l’istituzione d’ una Summer School, di durata complessiva di 60 ore”.
Facendo seguito al successo dell’evento #Cristianinmoschea, che ha visto unirsi in tutta Italia l’11 e il 12 settembre scorsi migliaia di cittadini musulmani, cristiani, ebrei e professanti altre religioni in segno di dialogo e di apertura, Aodi si dichiara “fiero di partecipare a qualsiasi iniziativa che incentivi la conoscenza reciproca”. L’impegno sostenuto dalla Confederazione #Cristianinmoschea e dalla nuova realtà rappresentata dalla Confederazione Internazionale Unione Medica Euro Mediterranea – UMEM è ricostruito nella relazione che Aodi ha esposto nella sua ultima lezione a Roma: evidenziando che “La cooperazione internazionale economica e sanitaria tra l’Italia e i Paesi mediterranei e mediorientali è fondamentale, per ridurre le partenze e la fuga di massa dai Paesi dove l’immigrazione ha origine e dove, purtroppo, sono ancora in atto i conflitti (Libia, Siria, Iraq, Somalia, Sudan e Congo). “Dobbiamo impegnarci maggiormente per una legge europea sull’ immigrazione – aggiunge – e creare un’ unione collaborativa e costruttiva tra tutti i professionisti dei vari settori, sulla base del filo conduttore che esiste tra sanità, economia, cultura e religione. È proprio questo l’aspetto che abbiamo sottolineato nel Manifesto #Sanitàemulticulturalismo, redatto recentemente insieme all’Associazione Medici d’ Origine Straniera in Italia (AMSI), il Movimento Internazionale “Uniti per Unire” e numerose associazioni, ong e comunità internazionali, sulla base delle proposte dei professionisti della sanità italiani e di origine straniera e in continuo aggiornamento”.