(ASI) Usa e Giordania hanno lanciato una vasta operazione militare anti terroristica al confine tra la Siria e Amman per mettere in sicurezza la frontiera tra i due paesi. Le manovre militari coinvolgono personale proveniente da 20 diversi paesi; inoltre la Giordania ha inviato circa 4 mila uomini armati in territorio siriano.
Tra i Paesi che hanno lanciato l’offensiva anche il Regno Unito.
Da settimana i media giordani parlavano di un giro di vite sulla provincia di Daraa, nel sud della Siria, operazione che ora potrebbe ripetersi nel nord della Siria se le truppe turche entrassero nel paese dando vita ad una zona di sicurezza di fatto sotto occupazione delle truppe di Ankara.
L’operazione militare denominata “Eager lion” è stata avviata domenica scorsa e vede la partecipazione di 7.400 uomini.
Il portavoce della manovre "Eager Llion", il giordano Khaled al-Sharaa, ha speigato che queste militari prevedono "la sicurezza delle frontiere, la difesa cibernetica ed il comando e controllo dell’esercizio per rafforzare il coordinamento della coalizione internazionale per combattere il terrorismo”.
Sempre al-Shara ha poi aggiunto che il coordinamento e lo scambio di competenze sono necessarie nel momento in cui la regione si trova ad affrontare la minaccia del terrorismo.
L’operazione "Eager lion" e l'invio di quattromila uomini armati in Siria avvengono dopo l’accordo raggiunto la settimana scorsa ad Astana, in Kazakistan, sulla creazione di quattro aree di conflitto in Siria.
Il portavoce del governo giordano Mohammad al Moemeni ha specificato che il suo paese non ha firmato l'accordo sulla creazione di quattro aree di conflitto in Siria. L’accordo prevede la creazione di una zona smilitarizzata nella provincia di Deraa, che si trova al confine con la Giordania sotto la supervisione russa.
Il ministro degli Esteri della Siria, Walid al-Moallem ha detto che il suo paese non intende battersi con la Giordania, ma “se Amman vuole far entrare le sue truppe in territorio siriano Damasco li tratterà come invasori”.
La Giordania riceve aiuti finanziari dagli Usa e fa parte della coalizione internazionale creata per combattere lo Stato islamico.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia