(ASI) Siria - Sul Califfo dell'Isis, il Sunnita Abu Bakr Al Baghdadi pende una taglia di 10 milioni di dollari ed è probabilmente l'uomo più ricercato nel mondo.
Egli, nato a Samara in Iraq nel 1971, inizia la sua attività da guerrigliero nel 2003, allorché si arruola nella resistenza irachena contro gli Stati Uniti che avevano invaso il suo Stato. Nel 2005 viene catturato a Falluja e imprigionato a Camp Bucca, dove incontra i leader del partito baathista che saranno i suoi luogotenenti e inizia la scalata ai vertici del jihadismo, fino al 2014, quando a Mosul viene proclamato Califfo del Daesh (Stato Islamico).
Di lui, negli anni, si susseguono una serie di notizie che lo fanno entrare per certi versi nella leggenda, a volte si parla del suo arresto, altre volte, del suo ferimento o addirittura della sua uccisione, per poi ricomparire improvvisamente e inaspettatamente.
L'ultima notizia, riportata dalla stampa mediorientale e annunciata dal Segretario Generale del Diparitmento Europeo Sicurezza e Informazioni (Desi), Haissam Bou Said, asserisce che il Califfo avrebbe le ore contate o sarebbe addirittura già stato catturato in virtù di una operazione congiunta di forze speciali russo – siriane.
A tal proposito, il Segretario Generale del Desi, ha dichiarato che: “l'ufficio ha ricevuto informazioni precise che indicano che il Califfo dell'Isis Abu Bakr Al Baghdadi sarebbe stato arrestato nel nord della Siria, grazie a una azione congiunta delle forze di intelligence russo – siriane”.
“Tutto ciò – ha continuato Haissam Bou Said – è avvenuto dopo che Al Baghdadi è stato costretto a lasciare Mosul il 2 aprile 2017, sconfinando in Siria. L'Ufficio – ha precisato – si asterrà dal fornire accurate informazioni dei dettagli dell'operazione in attesa di conferma. Il Presidente del Dipartimento Europeo Sicurezza e Informazioni, Luciano Consorti, ha espresso soddisfazione per l'arresto di Al Baghdadi”.
Però in merito alla conferma ufficiale della cattura del numero uno dello stato islamico, il Governo russo e quello siriano taciono. Staremo a vedere cosa succederà nelle prossime ore, nei prossimi giorni e settimane, seguendo da vicino gli sviluppi della calda crisi mediorientale.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia