(ASI) Si riaccende lo scontro politico-diplomatico tra Bolivia e Cile che ha come oggetto del contendere l'accesso al mare da parte di La Paz. Le due parti si sono ora affidate alla Corte internazionale di giustizia de l'Aja per l'eventuale modifica del trattato di Pace e Amicizia siglato dalle parti nel 1904 che però secondo il Cile nulla avrebbe a che vedere con la possibilità di negoziare un futuro accesso al mare per La Paz. In quegli anni la Colombia aveva combattuto contro il Perù per controllare il Cile e la successiva sconfitta portà La Paz a firmare dei trattati in cui cedeva la il suo litorale oceanico, perdendo così ogni accesso al mare.
In particolare il governo di Evo Morales è ora impegnato nel difficile compito di dimostrare la competenza di questo organismo in merito a questa controversia, dopo che nel 2013 il governo di Santiago ha rifiutato ogni pacifica intesa tra le parti.
"La Corte non è competente su questioni già stabilite in accordi raggiunti nei trattati internazionali", ha sottolineato l'agente della delegazione cilena, Felipe Bulnes Serrano. Il Procuratore generale della Bolivia, Hector Arce, che fa parte della delegazione boliviana guidata dal ministro degli Esteri David Choquehuanca, ha invece sostenuto che gli argomenti sollevati dal Cile sono ripetitivi e non tengono contro degli interessi delle due nazioni. Dopo la prima udienza in cui le parti hanno presentato le loro memorie tra domani, giovedì 7, e venerdì 8, le parti spiegheranno la loro posizione quindi la corte si riunirà per emettere la sentenza che difficilmente arriverà prima di ottobre.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia