Le perdite maggiori riguardano la Germania, con -23,6%, seguita dalla Spagna, ferma al -19.8%, e Repubblica Checa, al -15,6%.
Crescono invece Svezia, con un + 10,8%, Polonia, al 10,7%, e Slovacchia, con uno 0,5%.
Dopo il vorticoso exploit del settore nell’anno 1985, definito in ambito finanziario “la bolla immobiliare”, che vide la penisola iberica protagonista di un incremento della produzione con grossi benefici sul PIL ed un correlato aumento dell’impiego nel settore, il 2008 si ricorda invece come l’anno della grande crisi del mercato immobiliare.
La crisi ipotecaria che investi’ gli Stati Uniti nell’anno 2007, con conseguente fallimento di realta’ creditizie e finanziarie, causo’ evidenti ripercussioni a livello mondiale, con una contrazione delle economie dei paesi dell’eurozona, affettando in modo particolare paesi come Danimarca, che registrò nel solo ultimo semestre del 2008 una crescita economica costantemente negativa. Seguivano Islanda, messa in ginocchio dal fallimento quasi contemporaneo dai tre maggiori istituti bancari del paese, Regno unito, Grecia ed Irlanda.
Nel primo semestre dell’anno 2008 le principali imprese spagnole del settore costruzione videro una contrazione delle vendite pari al 72%, registrando un giro d’affari di solo 20 milioni di Euro, rispetto ai 500 dell’anno 2007.
In concreto, nel mese di Dicembre dell’anno 2010 l’attivita’ del settore registro’ una crescita negativa pari all’’1,8% rispetto al mese di novembre, che si caratterizzava per una perdida dello 0,9%,.
In termini annuali, la caduta del giro d’affari si arresta intorno ad un 12%.