(ASI) È sicuramente capitato a tutti di andare all’estero, chi per in vacanza e chi per lavoro, e rimanere spiazzati dinnanzi alle etichette dei prodotti per via del differenziale di prezzo rispetto all’Italia: paesi con un’inflazione minore o maggiore, costo della vita alto o basso ecc…
Tutto ciò confonde tantissime persone che, in procinto di progettare un viaggio, non riescono a cogliere le dinamiche inflazionistiche e quindi quanto convenga trasferirsi e viaggiare al di fuori del confine.
Per facilitare la comprensione, il settimanale d’informazione politico-economica The Economist ha progettato il “Big Mac Index”, un indicatore economico che confronta il potere d’acquisto di diverse valute monetarie rispetto ai prezzi di vendita del Big Mac, il più famoso panino del Mc Donald’s.
Questo indicatore informale, inventato nel 1986, si basa sulla teoria del potere di acquisto, ovvero l'idea che nel lungo periodo i tassi di cambio dovrebbero spostarsi verso il tasso che eguaglierebbe i prezzi di un identico paniere di beni e servizi (in questo caso, un hamburger) in due paesi qualsiasi.
Naturalmente il Big Mac Index non è da considerarsi come un indicatore preciso e accurato, ma un espediente per rendere più comprensibile i differenziali di prezzo di due beni in due diversi paesi dovuti al tasso di cambio.
In questo modo, diventa molto più semplice e immediato percepire la disparità del potere d'acquisto confrontando il prezzo di un panino Big Mac di McDonald's tra i vari Paesi e capire così se una valuta è svalutata o meno rispetto al dollaro.
Per sfruttare questo indicatore, basta risolvere una semplice proporzione dividendo il prezzo di un hamburger Big Mac in un paese per il prezzo dello stesso hamburger in un altro paese.
Basterà successivamente confrontare l’esito del calcolo con il tasso di cambio tra le due valute per capire quale delle due monete è svalutata o sopravvalutata.
I limiti di questo indicatore sono riscontrabili soprattutto nella diversa reputazione del panino nei diversi paesi: c’è dove il Big Mac risulta essere più costoso, dove non viene apprezzato e consumato poco e tante altre variabili.
Ma sicuramente, il Big Mac Index rimane tutt’ora un ottimo stratagemma per rendersi conto a grandi linee le differenze tra i costi della vita tra due paesi e quindi dove convenga andare in vacanza senza esaurire tutto lo stipendio.
(Fonte: The Economist)
Tommaso Maiorca - Agenzia Stampa Italia
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