Piccole imprese in ginocchio a causa dei rincari di energia e materie prime. Gianni Lepre (economista) “Fuori luogo le politiche di austerity, centinaia di migliaia di micro imprese rischiano il tracollo”

(ASI) Alla pandemia da Coronavirus, e ad una guerra nel cuore dell’Europa mancava solo l’instabilità del governo Draghi a rendere tutto molto più complicato di quanto già non fosse.

Il mondo delle Piccole Imprese è in ginocchio a causa del caro energia,  del rincaro speculativo delle materie prime in generale, dell’aumento dell’inflazione, e per questo non riesce a superare la grave crisi economica e di mercato perché mancano i necessari interventi strutturali, quegli stessi interventi adesso messi in forte dubbio dalla crisi di governo e dall’incertezza sul futuro prossimo. “Mai come adesso abbiamo bisogno di stabilità e di interventi mirati a sostenere le attività produttive nel nostro Paese - esordisce Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 - in un periodo di forti restrizioni ed incognite dovute alla guerra in Ucraina e a quella crisi dei sistemi produttivi da cui non siamo mai stati fuori completamente dopo il Covid”.  Il prof. Lepre che tra le altre cose è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli ha poi continuato: “A complicare il quadro ci mancava solo una crisi di governo dal suo interno, l’unico governo - ha sottolineato Lepre - che è riuscito in un modo o in altro a traghettare il Paese fuori dalla crisi pandemica e dalle sabbie mobili delle incognite di mercato”. “L’aumento speculativo delle materie prime , dell’energia e la corsa sfrenata dell’inflazione  portano le piccole e piccolissime realtà produttive a chiudere per l’enorme sproporzione che c’è tra ricavi e costi, non dimenticando la proverbiale pressione fiscale italiana. Le preoccupazioni partono dal primo alimento della nostra vita: il pane che a breve raggiungerà i 4 euro al chilo con tutto quello che ne conseguirà”. IL prof. Lepre ha poi concluso: “oggi come oggi appare fuori luogo qualsiasi politica di austerity, proprio perché in ballo ci sono le nostre imprese, cioè il Sistema Italia, il Made in Italy. Urge, viceversa, che lo Stato istituisca un fondo specifico deputato a calmierare realmente i prezzi e per sostenere le imprese maggiormente in affanno in questo periodo storico. Fin qui abbiamo assistito ai soliti pannicelli caldi, che pur servono, ma certo non per cronicizzare le urgenze, ma solo per tamponare in attesa di contributi capaci di ripristinare l’apporto economico al Sistema Paese”.


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