(ASI) Le chiusure di bar e ristoranti si fanno sentire sul fatturato dell’industria alimentare che cala del 2,1% rispetto allo scorso anno, in controtendenza all’aumento generale dello 0,9%. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat del fatturato dell’industria a febbraio.
La ristorazione vale circa 1/3 on valore nei consumi alimentari degli italiani con le difficoltà che si trasferiscono a cascata – sottolinea la Coldiretti - sull’intera filiera agroalimentare dove sono 1,1 milioni le tonnellate di cibi e di vini invenduti dall’inizio della pandemia. Complessivamente nell’attività di ristorazione – rileva la Coldiretti – sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro.
È dunque molto attesa – continua la Coldiretti - la riapertura di bar, ristoranti e agriturismi che per il servizio al tavolo all’aperto vale quasi un miliardo di euro in fatturato dal 26 aprile fino al primo giugno quando sarà prevista anche la possibilità di accedere all’interno dei locali. Consentire la riapertura dei ristoranti a pranzo e cena per chi ha spazio esterno riguarda – stima la Coldiretti – in media circa la metà dei 360mila servizi di ristorazione presenti in Italia con i posti all’aperto dei locali che sono, però, molti meno rispetto a quelli al coperto. Le maggiori difficoltà si registrano nei centri urbani stretti tra traffico ed asfalto mentre nelle campagne – conclude la Coldiretti – ci si sta organizzando secondo Campagna Amica per offrire agli ospiti la possibilità di cenare sotto gli uliveti in mezzo alle vigne che stanno germogliando oppure nell’orto con la possibilità di raccogliersi la verdura direttamente.