(ASI) Per quasi una impresa su 5 (18%) il 2020 che si chiude è l’anno peggiore di sempre con bilanci in rosso, tagli del fatturato, sospensione degli investimenti e pesanti effetti su economia, lavoro e salute delle persone a causa dell’emergenza Covid.
E’ quanto emerge dall’indagine dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su un campione nazionale di aziende in riferimento al ritorno dell’Italia in zona rossa a Capodanno con le misure anti contagio che hanno limitato attività e consumi durante le feste. La pandemia – sottolinea Uecoop - sta mettendo a dura prova tutti i settori, dai servizi al commercio, dalla logistica alla manifattura, dall’agroalimentare al turismo con il crollo dei consumi nazionali del 10,8% e la chiusura di oltre 390mila attività in Italia.
Il 41% delle imprese – evidenzia l’indagine di Uecoop – è stato costretto a chiedere prestiti alle banche per resistere alle conseguenze della crisi generata dal Covid e se per 6 volte su 10 (61%) il finanziamento è stato concesso senza problemi in quasi 1 caso su 3 (29%) si sono dovuti sostenere garanzie e costi aggiuntivi mentre un altro 10% delle domande è stato respinto senza erogare i fondi alle aziende. A fronte di una situazione di sofferenza generalizzata del sistema economico con il rischio che la situazione peggiori nei prossimi mesi quando finirà il blocco dei licenziamenti – evidenzia Uecoop – è necessario attivare prima possibile gli aiuti a imprese e famiglie con le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. Un’attesa che coinvolge tutti anche se per una impresa su 5 (21%) si rischia di far passare due anni prima di vedere gli aiuti del Recovery Plan mentre il 10% teme invece – conclude Uecoop – che quei soldi non arriveranno mai.