(ASI) In data odierna , non possono che risultare poco esaltanti i nuovi rilievi dell’Istat. Siamo nell’orbita della crisi economica legata al Covid19 . Nel primo trimestre 2020 , secondo l’Istat , il rapporto tra deficit e Pil è pari al 10,8% .
I dati riportano anche la percentuale della differenza che si attesta al 7,1% nello stesso trimestre del 2019. Il saldo corrente e il saldo primario delle AP (Amministrazioni Pubbliche) sono negativi , entrambi con un’incidenza sul Pil del -7,8% rispettivamente, -4,1% e -4,2% nel primo trimestre del 2019. La pressione fiscale è stata pari al 37,1% in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito del 1,6% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali si è ridotta del 6,4%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 12,5% in aumento di 4,6 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2019. Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente dell’1,7% a fronte di una sostanziale stabilità dei prezzi. Vi è un miglioramento per quanto riguarda la fiducia dei consumatori : ( da 94,3 a 100,6) e delle imprese : (da 100,9 a 104,5 e da 95,0 a 96,4).
Con riferimento alle imprese, le stime evidenziano un aumento della fiducia diffuso a tutti i settori anche se il livelli rimangono depressi. In particolare nell’industria l’ indice di fiducia del settore manifatturiero sale da 71,5 a 79,8 e nelle costruzioni aumenta da 108,4 a 124,0 . Per il compatto dei servizi, si evidenzia una risalita dell’indice sia nei servizi di mercato da 38,9 a 51,7 sia nel commercio al dettaglio (l’indice passa da 68,0 a 79,1). Per riassumere , un balzo importante quello del rapporto tra deficit e Pil che si attesta al 10,8%. La differenza è palese , visto che l’anno scorso si attestava al 7,1%. L’incidenza dell’indebitamento sul Prodotto interno Lordo riporta Ansa , “è sensibilmente aumentata , per la riduzione delle entrate e delle uscite”. La pressione fiscale è in crescita secondo la stima Istat è stata pari al 37,1% , in lieve crescita di 0,5 punti percentuali . Per quanto riguarda l’aumento delle uscite , dobbiamo tenere conto anche dei dati sulla cassa integrazione : “spese straordinarie per Cig guadagni e varie tipologie di indennità relative al mese di marzo” riporta l’Istat, uscite complessive delle amministrazioni pubbliche crescono del 3,8% su base annua e la loro incidenza su Pil è pari al 51,7% . Le entrate totali sono invece diminuite del 3,6%. Anche i dati sulle famiglie non sembrano incoraggianti. Nel primo trimestre del 2020 riporta l’Istat : “il reddito lordo disponibile delle famiglie è sceso dell’ 1,6% rispetto al trimestre precedente”. L’istituto nazionale di statistica , spiega che il reddito in termini reali, ovvero il potere d’acquisto , è calato dell’ 1,7%. Continua : “Le misure di sostegno ai redditi introdotte per contenere gli effetti negativi dovuti all’emergenza sanitaria , hanno limitato in misura significativa la caduta del reddito disponibile e del potere di acquisto delle famiglie.” La spesa per consumi finali delle famiglie si è ridotta nel primo trimestre del 2020 del 6,4%. L’Istat spiega nel riportare i dati di una “brusca contrazione , legata alle misure di contenimento dovute all’emergenza Covid19”. Stante questa situazione ci si domanda se la crisi più grave debba ancora arrivare. Si agita lo spettro della povertà . I dati riportati dall’Istat sulla povertà parlano chiaro. La povertà assoluta coinvolge il 6,4% delle famiglie e la povertà relativa si attesta intorno all’11,4%. gli analisti si domandano se la stabilità e la tenuta del Paese e del governo siano messe a dura prova. Si va verso una fase economico-sociale più critica del Paese o verso una normalizzazione dei dati? Il popolo è sempre più scettico. Le controversie del governo tuttavia non fanno sperare per il meglio. La crisi oltre che economica e sociale è anche governativa. Indicatori forieri di un futuro prossimo poco roseo? Questa è la sfida che l'esecutivo Conte è chiamato a vincere.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia