(ASI) A novembre l'inflazione sale al +0,2% su base annua. Aumentano in maniera più marcata i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, vale a dire i prodotti a più elevata frequenza di acquisto, che raggiungono il +0,5%.
Nuovi timidi aumenti, dopo alcuni mesi di deflazione.
Ma non c'è margine per alcuna forma di ottimismo: l'Istat specifica, infatti, che "l'indice presenta invece segno meno su base mensile (-0,2%)".
Un andamento che conferma la stagnazione dell'intero sistema economico, frenato dalla grave contrazione della domanda di mercato. Basti pensare che, solo nell'ultimo triennio, i consumi hanno registrato un calo del -10,7%.
È evidente che tale andamento deve essere arginato con urgenza, se non si vuole trascinare verso il tracollo l'intero Paese.
La crescita dei prezzi del carrello della spesa, in tal senso, sicuramente non aiuta: gli aggravi a carico delle famiglie determineranno un incremento di +28 Euro annui a famiglia per il solo settore alimentare.
Una cifra che, in altre fasi, sarebbe passata quasi inosservata, ma che oggi, viste le gravi condizioni delle famiglie, rappresenta comunque un segnale negativo.
"C'è urgente bisogno di misure coraggiose. - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. - Specialmente al Sud dove il lavoro è ormai un'utopia e, proprio per questo, il bonus degli 80 Euro ha raggiunto solo pochi fortunati."
Per una ripresa reale e duratura, che redistribuisca reddito e dia nuove prospettive ai cittadini, è indispensabile agire sul piano del lavoro, stanziando congrui investimenti destinati alla crescita.
Redazione Agenzia Stampa Italia