(ASI) “Un evento in Basilicata in cui si evidenzierà la centralità della geologia nei processi di crescita e sviluppo sostenibile dei centri storici italiani prendendo come riferimento Matera definita ‘città geosito’.
La conoscenza geologica del territorio si integra con risorse come energia, idrogeologia, recupero del costruito e sicurezza del territorio, in tal modo la geologia diventa imprescindibile nei processi di costruzione delle smart city”. Questo il commento di Raffaele Nardone, consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi in vista del convegno itinerante “Geo_Matera_2019: Ambiente, Territorio e Recupero del Costruito” che avrà luogo dal 12 al 14 giugno in Basilicata. “Da qui – prosegue - nasce anche la necessità di sottolineare l’importanza della conoscenza geologica del sottosuolo in contesti urbani supportando le azioni di governo del territorio e diventando così elemento imprescindibile per le valutazioni di sicurezza delle costruzioni”.
Uno dei temi che sarà affrontato durante il convegno è “Geologia urbana e recupero del costruito” nel quale interverrà Fabio Tortorici, Presidente della Fondazione Centro Studi del CNG. “Un numero cospicuo di grandi e piccoli centri urbani - afferma il geologo - è costruito su aree potenzialmente soggette a rischi naturali, rappresentando i luoghi simbolo nel disequilibrio dell’interazione tra uomo e ambiente. Le alluvioni di Firenze, Genova, Giampilieri, le frane di Sarno e Agrigento, i terremoti di Messina, dell’Aquila, per citare alcuni esempi, - spiega - non possono rientrare tra le ‘catastrofi rimosse’, dovrebbero invece essere la base conoscitiva per un recupero e sviluppo sicuro dei nostri centri urbani. Sottovalutiamo la grave e costante minaccia dei terremoti, in una nazione in cui si verifica un sisma distruttivo mediamente in meno di ogni 5 anni, in cui il 65 per cento delle costruzioni è stata realizzata prima del 1974 (anno in cui entrarono in vigore le prime norme antisismiche), in cui circa 5 milioni di edifici ricadono in aree classificate ad alto ed elevato rischio sismico ed in cui meno del 30 per cento degli edifici scolastici è stato sottoposto a verifiche di vulnerabilità sismica. E aggiungiamo che manca ancora un adeguato piano di prevenzione sismica” denuncia Tortorici.
“Una tre giorni in cui si vuole evidenziare l’importanza della cultura geologica negli aspetti quotidiani e reali della vita della popolazione sul territorio. E sarà l’occasione per sottolineare il binomio fondamentale e indissolubile tra il territorio e la cultura geologica” dice Filippo Cristallo, consigliere dell’Ordine dei Geologi della Basilicata. “Gli aspetti geologici del territorio condizionano e si correlano alle questioni antropologiche e al complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di ogni popolo o di ogni gruppo etnico, in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo nei diversi periodi storici condizionando le diverse condizioni ambientali” aggiunge.
Al convegno sarà presente anche il nuovo Presidente della Federazione europea dei geologi, Marko Komac: “La società contemporanea si trova di fronte a sfide impegnative, alcune sono una conseguenza di fenomeni naturali, come terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami; altre invece sono una conseguenza delle attività umane che hanno portato all'attuale crisi climatica, come inondazioni, frane, surriscaldamento globale, innalzamento del livello del mare e scarsità dell'approvvigionamento idrico. L'elenco è lungo, - fa sapere - ma c’è ancora una possibile soluzione: i geologi. Soltanto noi geologi abbiamo le corrette conoscenze per affrontare queste sfide, per questo è nostro dovere dare risposte efficaci per gestire l'ambiente e tutelare le risorse di cui disponiamo. Solo così, possiamo mitigare o addirittura prevenire i futuri problemi sociali” conclude Komac.