(ASI) Domenica 22 aprile il Ministero della Salute celebra la Giornata Nazionale della Salute della Donna. In questa importante occasione IVI vuole porre l’accento sulla tutela della salute riproduttiva e sensibilizzare sulla prevenzione dell’infertilità.
“L’infertilità è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una patologia che riguarda le coppie che non riescono a concepire un figlio dopo circa 12/18 mesi di rapporti sessuali mirati e non protetti - afferma la Dottoressa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma - e si stima che colpisca circa il 15% delle coppie in età fertile. Le cause dell’infertilità sia femminile che maschile, sono numerose e di diversa natura, e per contrastarle è necessario innanzitutto tenere sotto controllo e monitorare costantemente la salute dell’apparato riproduttivo attraverso una visita medica periodica dallo specialista di riferimento”.
Nelle donne, infatti, i principali problemi d’infertilità riguardano principalmente ostruzioni e disfunzioni tubariche, turbe ovulatorie, endometriosi, malformazioni uterine, ridotta riserva ovarica e poliabortività.
“Oltre alle patologie dell’apparato riproduttivo, nelle quali rientrano anche le malattie sessualmente trasmissibili - sottolinea la Dottoressa Daniela Galliano - particolare rilievo hanno i fattori di rischio collegati all’adozione di stili di vita scorretti, quali abuso di alcol, dieta non equilibrata, vita sedentaria, fumo e uso di droghe. Altri fattori determinanti possono essere rappresentati dalle condizioni di inquinamento ambientale e da quelle socio-culturali. Tra queste ultime va considerato che le donne italiane decidono di avere il primo figlio in età avanzata, in media a 31 anni, quando la fertilità ha già iniziato il suo declino”.
La fertilità risulta, quindi, un bene da tutelare fin dalla giovane età e rappresenta un interesse che non riguarda solo il singolo individuo o la coppia, ma la salute dell’intera società.
Molto si può fare grazie ad una corretta informazione per sensibilizzare la popolazione a fare prevenzione e a evitare, quindi, comportamenti che possano mettere a rischio il proprio patrimonio riproduttivo.