(ASI) Per quattro giorni, dal 2 al 6 giugno, Perugia ed Assisi capitali mondiali dell’architettura, del design e delle riflessioni sul futuro delle nostre società urbane. L’occasione la dà FESTARCH, il Festival internazionale di architettura ideato da Stefano Boeri, direttore del mensile “Abitare”. Giunta alla terza edizione, la rassegna avrà come tema “l’Anticittà – Fare città nell’epoca della dissipazione urbana”. Piazze, palazzi, chiostri, giardini,oratori e teatri delle due città umbre, scelti come luoghi di incontro con numerosi architetti, progettisti, designer e pensatori tra i più importanti del panorama internazionale, per un evento unico nel suo genere, un vero, imperdibile concentrato di riflessioni, conversazioni, proiezioni, sull’architettura di fronte ai media, alle catastrofi naturali, alla politica, alla scuola, agli oggetti, al sacro.
Alcuni nomi degli ospiti del festival sono i protagonisti e i grandi maestri dell’architettura mondiale del ‘900: Kazuyo Sejiima; Rem Khoolaas, Peter Eseinman, Peter Cook, Yona Friedman, Dillier & Scofidio. Ma Festarch non è solamente architettura. E’ anche dialogo sul futuro delle nostre città con esponenti di altre discipline come il design (Jasper Morrison, Enzo Mari, Alessandro Mendini, tra gli altri); e l’arte contemporanea, con presenze straordinarie come quelle di Maurizio Cattelan e di Hans Ulrich Obrist. La rassegna è stata preceduta da Festarch.lab, cantiere di seminari, laboratori e mostre incubatori di nuove idee, dove per cinque giorni, a Terni, si è parlato di architettura nei suoi aspetti più direttamente legati al locale ed al quotidiano, in un dialogo serrato con la società nelle sue articolazioni produttive e nei suoi aspetti di vita vissuta.
Il filo conduttore del Festival è l’Anticittà, cioè il modo in cui, in particolari epoche e situazioni, i processi e le scelte dei modi di fare la città evitando l’anonimato, la perdita di identità tra razze, culture, religioni, da elementi positivi, che servono a creare intervalli necessari al comporsi tropo omogeneo ed omogeneizzante di un qualsiasi spazio urbano (“anticorpi contro la necessità umana di vivere in agglomerati e di riconoscersi nella loro condivisione”) diventano elementi negativi, disgreganti, che trasformano gli intervalli vitali (tra una casa e l’altra; tra un quartiere e l’altro; tra una città e l’altra) in barriere. In questi periodi, l’anticittà pervade di sé negativamente il tessuto sociale, allenta le relazioni umane, dilata gli spazi abitati, combatte la prossimità tra comunità diverse e trasforma in barriere fisiche i confini di identità e cultura. La nostra è l’epoca delle grandi metropoli, dell’affermarsi su scala mondiale della città come condizione pervasiva della vita sociale e forma più efficiente di abitare il mondo, eppure si affermano, nelle megalopoli, spinte antiurbane, nel senso di disaggreganti. L’Anticittà, appunto, che crea immense città senza confini, che strappa ad agricoltura e natura spazi immensi, che riempie con isole monoculturali e come avulse, “disinteressate” al corpo urbano cui appartengono, estranee al suo funzionamento. L’Anticittà assorbe e travia le energie che spingono verso l’aggregazione degli spazi e dei gruppi sociali, che avvicinano le parti e creano prossimità, perché mescolano di continuo le identità e trasformano la condivisione tra diversi di uno stesso spazio in senso di appartenenza. Ecco perché è vitale, oggi, individuare le forme dell’Anticittà, che comunque resta una componente essenziale del fare città nel senso di freno salutare ai processi troppo omogeneizzanti. Conoscere dove e come operano queste spinte, con quali regole, chi le promuove è obiettivo vitale per la città stessa e chi la amministra. E ciò non per rimuoverle o per considerarle estranee, ma per governarle, e farle tornare ad essere energie “necessarie e non necessariamente distruttrici”.
Su questo filo conduttore, ambizioso ma impellente, si dipana il ricco e interessante programma degli eventi di Perugia ed Assisi. Un calendario tanto vario e assortito che necessariamente si va incontro a incompletezza nel darne qualche cenno. Per la sezione architettura e catastrofi, si parlerà delle esperienze di ricostruzione in Iraq, all’Aquila, in Mali e ad Haiti. Nella sezione architettura e politica, relazioni e dibattiti su scelte, tendenze e d esperienze architettonico-urbanistiche di città di tutti i continenti da Beirut a New York, da Mosca a Dublino, da Pechino a Roma, San Paolo, Mumbay e Tel Aviv, Sud Africa e Palestina. O temi come “ripartire dalle Comunità”, “costruire sostenibile”, “costruire paesaggi e mobilità alternative”; o esperienze come quella del laboratorio teatrale di Santa Cristina, di cui parlerà Luca Ronconi. La sezione su “interni ed oggetti” si occuperà, in diverse sessioni, del rapporto complesso tra l’architetto e l’artigiano (quello del legno, quello del tessile, del metallo, della ceramica e del cotto). Interessante anche la sessione “architettura e media” con le esperienze di Rotterdam, o la ricerca di semiotica su Palermo. In questa parte del programma si colloca la presentazione di “Enjoy Perugia - la scoperta del centro storico del capoluogo umbro con lo smartphone”, uno degli eventi attraverso cui, nell’ambito di Festarch, Perugia si autopromuove sulla via della autocandidatura propria, insieme ad Assisi, a capitale europea della cultura (sempre in questa ottica, l’ultimo giorno della rassegna , è previsto un incontro con esperti e amministratori; mentre il giorno prima, si parlerà dell’esperienza del minimetrò tra architettura e contemporaneità).
“Enjoy Perugia” presenterà il circuito di comunicazione ed informazione turistica, monumentale, commerciale e di eventi nel centro storico di Perugia mediante la piattaforma QRPlaces. Si tratta di un processo sperimentale del Comune di Perugia, sviluppato nell’ambito del piano di marketing PUC2 per la promozione del centro storico, in collaborazione con i soggetti pubblici e privati del tavolo di coordinamento costituito tra associazioni di categoria, Camera di Commercio Industria e Artigianato di Perugia ed Università. La piattaforma sarà fruibile da pc e dai dispositivi mobili di nuova generazione connessi alla rete (Wi-fi, 3G, HSPA) e consentirà di censire, documentare e mettere a disposizione dei visitatori informazioni su attività economiche, attività enogastronomiche, evidenze culturali/monumentali ed eventi culturali. Per il lancio dell’iniziativa, sono censiti circa 40 monumenti ed un centinaio di attività economiche e, per ogni punto censito, saranno rese disponibili testi, immagini e audio in versione multilingua. “Un progetto sperimentale, commenta il Sindaco Boccali, che valorizza e mette a sistema gli attori pubblici e privati del centro storico”.
Il progetto si inquadra in un’iniziativa di più ampio respiro messa in campo dalla regione Umbria, che ha realizzato “UmbriaApp”, un prodotto di comunicazione per tablet e smartphone, che consente interazione, multimedialità e portabilità di contenuti specifici, con il fine di pubblicizzare i migliori prodotti dell’offerta umbra. Il target sono le fasce giovanili, cioè i potenziali utenti del prossimo futuro in termini di consumi turistici e culturali. Si tratta di un App multicanale, e questa è una novità assoluta, che ha già destato l’attenzione degli addetti del settore e che si svilupperà per tutto il 2011 Le APP specifiche già attive riguardano Umbria Jazz, il Festival di Spoleto, i Parchi dell’Umbria, i Musei. In aggiunta a queste, è stata prodotta la App specifica dedicata a Festarch che sarà presentata a Palazzo dei priori il 3 giugno.
Daniele Orlandi