(ASI) Il conflitto siriano dal punto di vista dei cristiani.È quanto racconta il reporter di guerra Gian Micalessin nel suo libro «Fratelli traditi», edito da Cairo, dove spiega come il sostegno e gli appoggi garantiti ai gruppi jihadisti nella speranza di spazzare via il regime di Bashar al-Assad abbiano permesso la nascita dell’Isis e facilitato gli attentati che hanno colpito il cuore dell’Europa. Perché, chiarisce l’autore, «tradendo i cristiani di Siria abbiamo, alla fine, tradito noi stessi».
ASCESA ISLAMISTA. Il tradimento inizia proprio con la miope illusione della Primavera Araba, descritta e raccontata come un insieme di rivolte democratiche e liberali. Ma dietro quelle sollevazioni si nasconde l'ascesa dei Fratelli Musulmani e delle altre forze islamiste a capo dell'insurrezione contro il regime di Bashar al-Assad. Così quell'insurrezione - appoggiata dall'America di Barack Obama e da gran parte delle nazioni europee, Italia compresa, - si trasforma ben presto nel tentativo di consegnare il Paese al fondamentalismo.
L’APPUNTAMENTO. Per capire meglio la situazione, giovedì 15 febbraio alle ore 18.00, presso la Sala della Vaccara, Palazzo dei Priori, in Piazza IV Novembre a Perugia, verrà presentato il saggio di Micalessin. Insieme all’autore interverrà Leonardo Varasano, Presidente del consiglio comunale di Perugia e il reporter perugino Fabio Polese.
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GIAN MICALESSIN. Giornalista di guerra dal 1983, quando ha fondato – con Almerigo Grilz e Fausto Biloslavo – l’Albatross Press Agency e ha iniziato la sua carriera seguendo i mujaheddin afghani in lotta con l’Armata Rossa sovietica. Da allora ha raccontato più di 40 conflitti dall’Afghanistan all’Iraq, alla Libia e alla Siria passando per le guerre della Ex Jugoslavia, del Sud Est asiatico, dell’Africa e dell’America centrale. Oltre agli articoli per “Il Giornale” – per cui lavora dal 1988 – ha scritto per le più importanti testate nazionali ed internazionali (Panorama, Corriere della Sera, Liberation, Der Spiegel, El Mundo, L’Express, Far Eastern Economic Review). I suoi reportage e documentari sono stati trasmessi dai più importanti network nazionali ed internazionali (Cbs, Nbc, Channel 4, France 2, Tf1, Ndr, Tsi, Canale 5, Rai 1, Rai2, Mtv). Nel 2011 ha vinto il “Premio Ilaria Alpi” per il miglior documentario con un film prodotto da Mtv sulla rivolta dei giovani di Bengasi in Libia. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico Enzo Baldoni della Provincia di Milano.
FABIO POLESE. Nato in provincia di Perugia nel 1984, è giornalista e fotoreporter freelance. Ha realizzato reportage in diverse zone calde del mondo, dal Donbass alle Filippine. Passando per Irlanda del Nord, Belgio, Corsica, Kosovo, Libano, Thailandia, Birmania, Bangladesh, Cambogia e Vietnam. I suoi lavori sono usciti, tra gli altri, su: Il Corriere della Sera, Il Giornale, Gli Occhi della Guerra, Repubblica, Panorama, Eastwest, Sport Week, Jesus, The Post Internazionale e Mundo e Missao (Brasile). È autore di due mostre fotografiche: “Kawthoolei, scatti in zone di guerra nella Birmania Orientale” e “Popoli in lotta”. Per Eclettica Edizioni ha scritto il libro inchiesta “Le voci del silenzio. Storie di italiani detenuti all'estero” (insieme a Federico Cenci, 2012) e “Strade di Belfast. Tra muri che parlano e sogni di libertà” (2015). Per Mursia, con lo storico Stefano Fabei, “I Guerrieri di Dio. Hezbollah: dalle origini al conflitto in Siria” (2017).
Redazione Agenzia Stampa Italia