L'attore, nei panni del Sommo Poeta, decide chi gettare tra le anime dannate, chi lasciare sospeso nel limbo del Purgatorio e chi far godere invece del Paradiso tra personaggi noti del mondo dello spettacolo, della politica, del giornalismo in base al comportamento tenuto durante la settimana. Nell'ultimo appuntamento con il suo spazio, Labini ha spedito all'Inferno, nel girone degli spioni, Alessandro Gassman.
“Se mala cupidigia altro vi grida, uomini siate, e non pecore matte”, con questi celebri versi della Divina Commedia Sylos Labini apre il suo monologo. "Invece di denunciare spacciatori, violenti, ladri o sostenere i lavoratori dello spettacolo e migliaia di colleghi disoccupati, Alessandro Gassman fa vanto delle sue doti di delatore, denunciando pubblicamente una pericolosissima festa dei vicini di casa, secondo la migliore tradizione della Germania comunista. Le vite degli altri. All’inferno, Alessandro, nel girone degli spioni", sentenzia Labini condannando l'attore a bruciare nelle fiamme dell'Inferno.
A finire in Purgatorio, invece, è il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ma soltanto per poco perchè lo aspettano le fiamme dell'Inferno, amzi del coprifuoco se non lo toglierà presto.
"Aleggiano Draghi sul purgatorio. Draghi in pena che non possono volare verso il paradiso, ma che rischiano, tra mezze riaperture e piccoli ristori, sempre in ritardo, di far montare l’esasperazione della gente, di finire in basso, nel coprifuoco dell’inferno. Lo tolga il coprifuoco, presidente, e forse si salverà da quelle fiamme e andrà in paradiso".
A meritare le gioie del Paradiso, insieme ai suoi sorcini, è Renato Zero, che ha "incoraggiato e sostenuto in piazza i musicisti in protesta contro le restrizioni del governo che li affama da oltre un anno. Più su, dunque, e poi ...più in alto e ancora su...a riveder le stelle!", conclude Sylos Labini plaudendo al poeta della musica italiana.