(ASI) Il 28 gennaio del 1813 in Inghilterra, Jane Austen pubblica Orgoglio e pregiudizio, il suo secondo romanzo. L'opera riscuote un discreto successo ma la Austen non poteva immaginare il gradimento che da lì in poi la sua scrittura avrebbe destato.
Negli ultimi cinquant'anni i suoi libri sono stati tradotti in tutte le lingue e venduti in tutto il mondo, hanno ispirato altri romanzieri e sono stati trasposti in innumerevoli film, sceneggiati, miniserie etc. I suoi connazionali la considerano la più grande romanziera di lingua inglese eppure ad uno sguardo superficiale i suoi romanzi sembrano tutti uguali. Ed infatti lo sono ma proprio per questo il suo successo sembra ancora più misterioso. Nel caso di Orgoglio e pregiudizio i due protagonisti si piacciono sùbito ma, per diverse ragioni, non lo possono ammettere nemmeno a loro stessi. Inizia una sincera antipatia tra di loro che cercano anche di coltivare, ma un incontro improvviso rimette in contatto i due che finiscono per cedere al loro destino. La storia è molto semplice, gli intrecci spesso prevedibili, l'esito quasi sperato da parte del lettore eppure l'abilità narrativa, lo stile elegante, chiaro, limpido ma mai banale, rendono la lettura piacevolissima, anche a distanza di secoli, anche per noi uomini moderni, lontani dalle aspirazioni dei personaggi della Austen. Basti pensare che le eroine dei romanzi della scrittrice inglese aspirano unicamente al matrimonio, sperano di trovare l'uomo giusto, non disdegnano l'unione per amore e stanno molto attente al patrimonio del futuro sposo. Non sembrerebbero elementi utili nella nostra società né requisiti che i novelli sposi si richiedano l'un l'altro. Ma i romanzi di Jane Austen sono ancora accattivanti. L'abilità della Austen risiede innanzitutto nel gusto che trapela dalla sua narrazione. È evidente che ella gustasse e vivesse ciò che scriveva. Emerge chiaramente dalle sue opere che aveva vissuto ogni singolo episodio di quello che raccontava. La potremmo immaginare insieme alla sorella Carlotta, mentre parlano insieme alle amiche della nuova coppia che si era formata in paese o della proposta di matrimonio tra un'amica ed un forestiero, affascinante e benestante. Ma ciò che stupisce maggiormente è l'aspettativa che nasce nel lettore. Il desiderio di sapere cosa succederà, quando capiterà chissà che cosa, perché un personaggio lascia la scena o perché non ritorna. Jane Austen, duecento anni dopo la sua morte, riesce a coinvolgerci serenamente, riesce a farci sentire la sua passionalità di donna, desiderosa di essere travolta dalle passioni ma timorosa di sbagliare persona e rovinarsi la vita, il tutto condito di una serpeggiante ironia, la costante qualità di tutte le protagoniste dei suoi romanzi.
Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia