I dati emersi da una indagine del Centro Studi Fibre Net di Udine condotta in tutta Italia
Bocciate le location delle mostre permanenti. Chiesti servizi, fruibilità e maggiore sicurezza anche antisismica. Il confronto con l’estero ancora più penalizzante. Tutti concordi su un punto: lo Stato deve impegnare maggiori risorse nella cultura anche in tempo di crisi
(ASI) Lettera in redazione. UDINE – Locali spesso inadeguati, pochi servizi, scarsa opera di manutenzione e sicurezza sismica, personale insufficiente, sporcizia e scarse indicazioni. E’ questo il panorama sulla fruibilità di musei e pinacoteche in Italia emerso dal recente sondaggio nazionale del Centro Studi Fibre Net di Udine sullo stato dell’arte – è il caso di dirlo – del patrimonio edilizio che ospita in Italia mostre e gallerie d’arte pubbliche. In dettaglio, il campione di oltre 500 persone intervistate da nord a sud Italia, ha indicato per il 100 per cento di potenziare i lavori di restauro delle opere d’arte e degli stessi edifici e dare garanzie antisismiche degli stessi, mentre per il 98 per cento è necessario intervenire per dare più fruibilità ai portatori di handicap; migliorare i sistemi di riscaldamento e raffrescamento dei locali è utile per 77 per cento; aumentare i servizi – come guardaroba, bar e toilette – per il 56 per cento.
Per il 66 per cento degli intervistati è ritenuto sufficiente lo stato di conservazione delle opere d’arte nei musei nazionali contro il 27 per cento che si ritiene insoddisfatto e solo lo 0,1 per cento che è del tutto insoddisfatto. Fra i più soddisfatti ci sono i maschi con il 62 per cento nella fascia di età compresa fra i 18 e i 24 anni e che risiede nel nordovest d’Italia (76 per cento) contro il 55 per cento del sud Italia.
Il sondaggio ha poi rilevato come gli italiani, anche in tempo di crisi, chiedano allo Stato italiano di potenziare gli investimenti in cultura. In analisi, il 71 per cento del campione (maggioranza anche in questo caso di maschi, età fra i 18 e i 24 anni, residenti nel nordovest d’Italia) si dice pronto a chiedere maggiore risorse contro il 22 per cento (anziani fra i 55 e i 64 anni, residenti al sud Italia) che, invece, indica allo Stato Italiano di non effettuare ulteriori investimenti nel settore della cultura e solo il 6,5 per cento non sa o non risponde.
Il test del Centro Studi Fibrenet sul tema degli italiani e il patrimonio culturale, inoltre, riporta che per il 34 per cento degli intervistati ha visitato più di due volte nel corso dell’ultimo anno una mostra o una pinacoteca pubbliche; il 30 per cento non c’è mai entrato; il 21 per cento una sola volta e più di due volte il 13,4 per cento. In analisi: per più di quattro visite nell’anno il 39 per cento è maschio; il 29 per cento femmina. I maggiore frequentatori di mostre e pinacoteche sono per il 50 per cento di maschi di età compresa fra i 18 e i 24 anni per arrivare al fanalino di coda del 6 per cento di maschi di età fra i 55 e i 64 anni; il nordovest è in testa per numero di visite oltre le 4 in un anno con il 49 per cento mentre il sud Italia si ferma al 20 per cento dei sentiti.
Analizzando poi il dato su quanto e come lo Stato italiano dovrebbe fare nel settore cultura, il 72 per cento (maschi il 94 per cento; fascia età compresa fra 18 e 24 anni; nordovest in testa con l’80 per cento) dice che occorre spendere di più dell’attuale plafond, contro il 19,4 per cento che si ritiene soddisfatto e solo l’8 per cento non sa o non risponde.
E’ stato poi chiesto se, avendo visitato mostre e pinacoteche all’estero, quali sono le maggiori differenze notate. Per il 74 per cento degli intervistati dal Centro Studi Fibrenet di Udine all’estero vengono offerti più servizi di vario genere; per il 66 per cento i locali adibiti a mostre e musei sono più accessibili e fruibili; il 44 per cento ha indicato, invece, nella maggiore e più qualificata presenza di personale la maggiore differenza fra Italia e estero.
Il campione era composto per il 47 per cento di maschi e per il 52 per cento da femmine, tutti di età fra i 18 e i 65 anni.
Per concludere l’analisi ha evidenziato che ad essere sotto accusa lo stato di conservazione del patrimonio artistico. La maggior parte degli intervistati, infatti, pensa che in molti casi gli edifici pubblici adibiti alla conservazione di opere d’arte siano antichi e richiedano restauri, ristrutturazioni e manutenzioni e garanzie antisismiche, in particolare il 100 per cento del campione intervistato teme per la propria incolumità e chiede la messa in sicurezza e la protezione sismica degli edifici in caso di terremoto. Il 100 per cento degli intervistati, inoltre, si esprime a favore di una maggiore accessibilità degli edifici per i diversamente abili, mentre il 95,8 per cento vuole il restauro di eventuali affreschi e pitture e una manutenzione generale degli edifici.