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"Arte torna Arte". Presentata presso il Palazzo della Provincia di Reggio Calabria
La mostra di quadri confiscati al boss reggino Gioacchino Campolo
(ASI) Reggio Calabria - Si è tenuta in data 2 agosto, alla presenza dei giornalisti la conferenza stampa di presentazione della mostra 'Arte torna Arte' che verrà allestita presso i nuovi spazi del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria a partire dal 3 agosto, giorno dell'inaugurazione. L'evento, curato da Fabio De Chirico, (Soprintendente per i Beni Storici, Artistici, ed Etnoantropologici della Calabria) é frutto della collaborazione fra Amministrazione Provinciale e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ha permesso la restituzione alla collettività di una raccolta di opere d'arte confiscate al boss reggino Gioacchino Campolo.

Nello specifico la mostra é promossa e finanziata  dall'Assessorato alle Politiche e Pianificazione Culturale, Beni Culturali e Difesa della Legalità e dell'Assessore Eduardo Lamberti Castronuovo unitamente al Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa ma si avvale della 'supervisione' della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della regione.

In occasione della conferenza, tenutasi presso il palazzo storico della Provincia sono intervenuti il Soprintendente Fabio De Chirico, l'Assessore alla Cultura e alla Legalità della Provincia di Reggio Calabria, Lamberti Castronuovo, il Presidente Giuseppe Raffa e un ospite d'eccezione, lo storico calabrese Lucio Villari. Ad introdurre i vari interventi, il capo ufficio stampa di Raffa, Antonio Latella.

Come ha fatto notare Fabio De Chirico questo evento ha un significato sociale e culturale importante, quello di restituire alla collettività un patrimonio artistico. "Non a caso- ha aggiunto il soprintendente- é stato scelto il titolo ' Arte torna arte', ad indicare il fatto che l'arte si riappropria del proprio ruolo nella storia, di concreta valenza culturale nella ricostituzione di un'identità disattesa e di cui si é stati defraudati... Abbiamo lavorato in tempi rapidissimi cercando di coniugare legalità e cultura. Non solo si vuole restituire alla collettività qualcosa che gli spetta ma si vuole anche presentare la volontà di riscatto di un territorio che ha profonde radici civili.  Quando le opere vennero sequestrate nel 2010 si parlò di grandi capolavori... all'interno della collezione abbiamo individuato circa diciotto tele che abbiamo ritenuto non autentiche e anche queste verranno esposte. Fra le opere ci sono dipinti di Ligabue, di Lucio Fontana, di De Chirico. In numero maggiore i dipinti che rappresentano il collezionismo medio, ma sono presenti anche una quindicina collocabili fra XVI e XIX secolo."

Fra le opere non autentiche risulta esservi anche un interessantissimo Picasso, una riproduzione abbastanza banale di un originale conservato al Moma di New York di cui esistono anche redazioni in prestigiosi musei internazionali.

Come ha voluto sottolineare il Prof. Villari , "La collezione ha un valore civile importante, perché suggerisce ai cittadini l'idea che la cultura non può essere posseduta da chi non ne abbia le  intenzioni e i diritti giusti. Non può costituire solo un elemento di legittimazione sociale... La singolarità dell'evento arricchisce di significati simbolici qualcosa che colpisce tutti noi."

Anche l'Assessore  alla Cultura e alla Legalità, Lamberti Castronuovo,  ha parlato di 'sinergia virtuosa' fra Istituzioni che é alla base della riapertura, sia pur parziale, del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. "L'idea di portare avanti questa iniziativa- ha dichiarato l'assessore- é nata da un articolo di giornale in cui si leggeva di questo patrimonio. Da qui l'intenzione di restituire alla popolazione una collezione che era stata acquisita dal Campolo con proventi di un'attività illecita." Si può, dunque, far riferimento a due risultati, forse tre: il primo é rappresentato dalla riapertura al pubblico del Museo Nazionale Archeologico, il secondo, invece, consiste in un 'ammonimento' a chi volesse accumulare ricchezze illegalmente, affinché desista dal farlo perché lo Stato é intenzionato a riappropriarsi di ciò che viene illegittimamente sottratto alla comunità. "Compito della cittadinanza- ha aggiunto Lamberti Castronuovo- sarà quello di conservare in maniera permanente questo patrimonio artistico."  E un terzo significato

deriva dal fatto che fra le 108 tele confiscate, diciotto risultano essere non autentiche. Facendo riferimento al recente libro che il Prof. Villari ha dedicato al grande Machiavelli, possiamo parlare di un aspetto tragicomico: l'esistenza di questi falsi, infatti,  sta a dimostrare che anche coloro che pensano  di aver acquisito posizioni di privilegio possano essere tratti in inganno e che il loro potere, prima o poi, sia destinato a rivelarsi effimero.

A concludere la conferenza stampa il Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, che ha parlato di 'sfida impossibile' e del raggiungimento di un obiettivo straordinario grazie alla  cooperazione fra le varie Istituzioni.  Con questa importante iniziativa- ha dichiarato Raffa- "sarà possibile recuperare anche l'uso del museo che non può rimanere un corpo distaccato dalle altre testimonianze magno greche presenti sia in città che in altri centri, ma dovrà essere collegato in rete per offrire al visitatore percorsi integrativi... Per fare questo occorrono nuove professionalità e una diversa cultura della ricettività".

 






Fabio De Chirico, Soprintendente  per i Beni Storici, Artistici, ed Etnoantropologici della Calabria,

Un evento dai molteplici significati. Non un caso anche la scelta del titolo 'Arte torna Arte'...

"Il titolo l'ho scelto personalmente per sottolineare la restituzione dell'arte al suo reale valore. Molti pensano che l'arte, le mostre siano un puro dato effimero legato a quanto c'è di più leggero. Nulla di più falso. L'arte ha dei contenuti straordinari ed é stata la prima matrice identitaria del nostro Paese. La mostra sarà una sorpresa perché i capolavori sono veramente degli unicum. Fra i nomi piu noti, Fontana, Ligabue, De Chirico, Dalí... Accanto a questo nucleo  tante altre opere che raccontano la cultura del Novecento italiano:  a partire da Sironi, arrivando fino a Cascella e Migneco. Poi vi sarà un nucleo più antico che risale alla seconda metà del XVI secolo costituito da una natura morta fiamminga e da un Crocifisso eburneo...

Per quanto riguarda i falsi, abbiamo ritenuto opportuno esporli per raccontare la collezione, il personaggio e la matrice culturale. Su 108 opere ne esporremo 93, escludendo quelle improponibili da un punto di vista museale,  perché di scarsissima qualità...Da non sottovalutare l'importanza di questa iniziativa anche in riferimento alla riapertura del museo. Sono convinto che queste strutture debbano interagire in maniera più dialettica col territorio, non essere autoreferenziali , ma divenire veri e propri laboratori."

 

 

Eduardo Lamberti Castronuovo, Assessore alla Cultura e alla Legalità della Provincia di Reggio Calabria

Rimane forte un impegno da parte di tutta la cittadinanza per mantenere le opere in maniera permanente su questo territorio...

"Questo patrimonio appartiene alla comunità di Reggio Calabria, perché il soggetto a cui sono state confiscate le opere ha operato su questo territorio, ma la città deve creare le condizioni affinché queste ci vengano assegnate. Necessitiamo di un luogo sicuro e l'interesse attualmente é rivolto al Palazzo della Cultura, all'ex brefotrofio dove insiste il museo San Paolo ancora chiuso, alla pinacoteca provinciale.... La cultura é per tutti e noi vogliamo dimostrarlo reperendo questi locali e aprendoli a tutti. Non abbiamo un museo civico e dovremo provvedere alla realizzazione di questo."

 

 

 

Prof. Lucio Villari, Storico

 

É un messaggio unico quello che si vuole lanciare con questa mostra...

"Sono stati confiscati dei beni culturali che erano tenuti e trattenuti  da personaggi non all'altezza degli oggetti stessi e quindi l'affermazione che 'la cultura supera qualsiasi ostacolo e qualsiasi delegittimazione' ha un senso. In questo caso poi, oltre che di cultura, si parla di arte, entrando in un territorio molto delicato e questa operazione ci fa capire che siamo davanti ad un simbolo di riscatto ulteriore di questo territorio. Attraverso la cultura e l'arte, talvolta, si ottiene più che attraverso le leggi e gli strumenti repressivi, perché cultura e arte in questo caso sono sinonimo di libertà e  di quel vivere civile di cui parlava Machiavelli, sostenendo che il bene pubblico rende libere le città."

 

Maria Vera Valastro- Agenzia Stampa Italia

 

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