Aodi: «Mettiamo i medici al centro del progetto Salute, adesso più che mai, tutelando le loro competenze e valorizzando la loro professione dal punto di vista economico e della carriera, incentivando le specializzazioni. In aumento, tra le tante patologie che ci affliggono, la piaga dell’obesità, con una percentuale del 30% in più».
(ASI) Roma- «Alla luce del pericoloso dilagare della malattie croniche nel nostro Paese, come emerge dalle previsioni del nuovo di Piano Cronicità del Ministero della Salute, di cui presto avremo i contenuti effettivi, siamo di fronte alla drammatica diretta conseguenza del costante invecchiamento della popolazione.
Ricordiamo, infatti, che, quella italiana, è oggi tra le collettività europee con l’età media più alta, laddove si allunga di certo la prospettiva di vita (oltre gli 80 anni), ma nel contempo nel nostro caso si abbassa, rispetto ad altri paesi, la qualità delle cure e delle prestazioni sanitarie, con l’Italia addirittura al quarto posto nel Vecchio Continente per l’elevata mortalità legata al diffondersi e alla cosiddette patologie dell’anzianità (diabete, patologie renali, patologie scheletriche, patologie cardiache), senza dimenticare la preoccupante percentuale legata all’obesità.
E’ chiaro allora che realtà come quelle di cui facciamo parte, ovvero Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia e Umem, Unione Medica Euromediterranea, accanto al Movimento Internazionale Ttransculturale Uniti per Uniti, abbiamo il dovere, più che mai in questo momento storico così delicato, di non fermare le nostre battaglie sul territorio nazionale, in Europa e nel mondo.
Non può esistere futuro per le cure sanitarie, legate alla costante evoluzione delle sfide da affrontare e al rinnovato fabbisogno della popolazione, senza una organizzazione, nel Sistema Salute, degna di tal nome, dove, al centro del progetto, ci devono essere i professionisti sanitari, con le loro competenze, il loro talento, la loro esperienza sul campo, la loro capacità di gestire i pazienti più fragili, non solo con approcci scientifici efficaci, ma soprattutto con una empatia che non è certo fattore secondario per arrivare alla guarigione.
Con le nostre associazioni, e l’impegno giornaliero portato avanti attraverso dibattiti, convegni, progetti di ricerca, formazione e prevenzione, grazie ai valenti professionisti che fanno parte dei nostri team, abbiamo, per tanto, il sacrosanto dovere, considerato l’aumento delle malattie croniche, di proseguire nei nostri obiettivi, con alla base anche principi e percorsi che non tradiremo mai e che si rivelano sempre più fondamentali nella loro efficacia.
Ci riferiamo alla collaborazione interprofessionale, laddove siamo convinti, più che mai, che una sola disciplina medica, da sola, nel curare una patologia, non sia sufficiente.
E’ questo uno dei “leit motiv” con cui porto avanti la mia attività di professionista, dal 1992, anno dell’inizio della mia attività di medico, e poi dall’anno 2000, con la nascita di queste associazioni, dove ho cominciato la missione di comunicatore, divulgatore, giornalista e ricercatore, nell’ambito di una comunicazione mirata alla salvaguardia della salute globale.
L’età avanzata dei pazienti e le problematiche ad esso connesse, rappresentano il fulcro della mia attività quotidiana nella cura delle patologie osse-scheletriche, e in questo momento storico le ricerche e le discipline di cui mi occupo si rivelano più che mai fondamentali, vista la piaga dell’invecchiamento della popolazione.
Sono sempre più vicino ad un approccio che cerca di scongiurare l’intervento chirurgico con il mio comprovato Metodo Aodi, percorso che esercito da anni nell’attività del Poliambulatorio di cui sono Direttore Sanitario, nonché, naturalmente, accanto a quella di Professore Universitario (Tor Vergata, La Sapienza, Pavia), senza dimenticare il mio passato come consigliere dell’ordine dei medici di Roma.
Tutto questo mi ha portato ad organizzare e ad essere moderatore e relatore di oltre 1000 convegni di medicina, senza dimenticare le 25 tra interviste e citazioni che ogni giorno mirano a divulgare, ogni anno, il mio percorso con media nazionali e internazionali, grazie ai progetti Radio Co-mai internazionale e Scuola Unione per l’Italia.
Dalla mia ricerca e dalle mie indagini, che porto avanti con le instancabili associazioni di cui faccio parte, emergono periodicamente statistiche aggiornate, a disposizione della stampa e degli altri colleghi professionisti sanitari, in un reciproco percorso “do ut des”, che ritengo sia alla base del nostro lavoro quotidiano, dove dobbiamo favorire la collaborazione e combattere i dissapori e le divergenze.
Ecco allora le nostre indagini aggiornate con i numeri allarmanti delle fughe all’estero, le cifre dei professioni sanitari di origine straniera, le continue richieste di lasciare il nostro sistema sanitario che pervengono ogni anno da medici e infermieri a noi Amsi, e ancora le richieste che arrivano a noi da parte delle Regioni di professionisti stranieri e, non ultimo, il crescente fabbisogno di personale, territorio per territorio, che si allarga sempre e che da qui al 2027 ci porterà ad una necessità di ben 125mila camici bianchi.
E’ chiaro che abbiamo un percorso obbligato da seguire, rispetto all’aumento delle malattie croniche.
Prima di tutto una buona ed efficace politica sanitaria deve condurci alla tanto attesa valorizzazione economico-contrattuale dei professionisti sanitari, con l’indispensabile necessità di arginare le fughe all’estero e le dimissioni volontarie. Occorre rendere il lavoro quotidiano più umano e remunerativo, tutelando la condizione fisico-psicologica di medici e infermieri, evitando la drammatica piaga degli organici ridotti all’osso, che sono un labirinto senza uscita, e quella della carenza di personale che conduce a turni massacranti, laddove la stanchezza e lo stress, con il conseguente aumento delle malattie professionali, conducono ad un potenziale aumento di errori ai danni dei pazienti.
Non possiamo neanche dimenticare la necessità di valorizzare i professionisti sanitari di origine straniera, che ad oggi in Italia sono ben 100mila, snellendo la burocrazia ed eliminando l’obbligo della cittadinanza per partecipare ai nostri concorsi. Medici e infermieri di origine straniera sono una risorsa di cui non possiamo fare a meno.
L’aumento delle malattie croniche richiederà ovviamente la necessità, da una parte, di aumentare i medici di base che mancano come il pane, dall’altra però, c’è la necessità di professionisti sempre più specializzati, nella cardiologia, nella diabetologia, nell’ortopedia, nelle malattie nefrologiche, nella reumatologia, e in tutte le patologie osseo-scheletriche, nonché malattie respiratorie, o legate all’invecchiamento come l’Alzheimer, senza dimenticare la necessità di un approccio alternativo, come ozono-ossigeno-terapia, agopuntura, e discipline omeopatiche, come faccio io stesso, cercando cure sempre meno invasive e laddove possibile sempre meno legate all’aggressività dei farmaci.
Ovviamente l’invecchiamento conduce anche a malattie del sangue e all’aumento di tumori specifici di chi ha superato una determinata fascia di età, dal colon retto alla prostata.
Non trascurabile, come indica il Piano Cronicità, il fattore legato all’obesità, laddove l’aumento di peso, soprattutto in età infantile, necessità percorsi di cura, di indagine e di prevenzione, senza trascurare il fatto che l’obesità, una vera e propria malattia, oggi aumentata del 30%, conduce ad una marea di altre patologie, che a lungo andare minano la qualità della vita e conducono anche a rischi ben peggiori.
Adesso, più che mai, di fronte a questo rischio legato all’aumento delle malattie croniche, noi professionisti sanitari da una parte aumentando la collaborazione tra specialisti di differenti branche mediche, e la politica dall’altra con azioni lungimiranti, abbiamo il dovere di lavorare uniti, senza divisioni, con il vero unico scopo che ci accomuna, ovvero la tutela della salute dei pazienti».
Così il Prof. Così il Prof. Foad Aodi, Esperto in Salute Globale, Presidente di Amsi, Co-Mai e del Movimento Uniti per Unire, nonché Docente di Tor Vergata, membro del Registro Esperti della Fnomceo dal 2002, già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma, nonché Direttore Sanitario del Centro Medico Iris Italia e Membro del Comitato Direttivo AISI.