(ASI) Milamo - "È morto il mio Gran Maestro, il principe Vittorio Emanuele di Savoia, uomo gentile e cordiale, autentico patriota, passionale e generoso, dotato di straordinaria umanità e simpatia: l'esatto contrario di come è stato sempre dipinto dalla sinistra stampa repubblicana che ne ha avuto sempre paura.
A 14 anni mi sono iscritto al Fronte Monarchico Giovanile della storica sede milanese dell'UMI (Unione Monarchica Italiana) di Via Donizetti, poi tante iniziative, eventi, viaggi e cerimonie, come Guardia d'Onore al Pantheon e poi come Cavaliere Mauriziano. L'ho conosciuto la prima volta con mio nonno che era fedele a Suo padre, Re Umberto, e poi rivisto in tante altre occasioni. Più volte abbiamo parlato dei Walser (minoranza etnica tedesco vallese alla quale appartengo) e del loro legame speciale con la Regina Margherita e Casa Savoia. Con la morte del figlio dell'ultimo Re, si chiude un capitolo della nostra storia e se ne apre uno nuovo, pieno di speranze e di incognite, anche per i monarchici, i cavalieri e i nobili italiani. Ora pensiamo ai funerali ed a pregare per la sua anima di cristiano sincero e molto devoto. RIP." Così dichiara Roberto Jonghi Lavarini.
Didascalia: SAR il Principe Vittorio Emanuele di Savoia in mezzo ai nobili fratelli Roberto e Cristina Jonghi Lavarini, con loro il noto consulente finanziario milanese Marcello Cerati. "Il barone nero" Roberto Jonghi Lavarini, Cavaliere del Reale Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, è anche tra i promotori dell'associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea che conta oltre mille associati e rappresenta l'anima più tradizionalista, patriottica e identitaria della nobilità italiana.
*Foto Gentilmente concessa dal nobile Roberto Jonghi Lavarini