(ASI) Il livello del fiume Po si è alzato di quasi un metro nelle ultime 24 ore all'idrometro di Boretto (Reggio Emilia) dove ha sfiorato i 4 metri, molto vicino alla prima soglia di criticità che inizia a quota 4,50 metri.
È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nella mattina del 3 novembre sugli effetti della tempesta Ciaran che ha provocato esondazioni di fiumi e torrenti, allagamenti, frane e alberi abbattuti con dispersi e vittime in Toscana per le quali si esprime solidarietà e cordoglio.
Lo stato del più grande fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – è rappresentativo della violenza dell’ondata di maltempo ma anche dello stato di sofferenza dei corsi d’acqua lungo la Penisola che si sono gonfiati per le piogge con straripamenti ed esondazioni, dal Bisenzio al Sieve in Toscana fino al Santerno in Emilia. Ad innalzarsi – continua la Coldiretti – sono stati anche i livelli dei laghi a partire da quello di Como che a Malgrade è a 162 centimetri, sui massimi storici del periodo dopo essere esondato in più punti.
Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo che ha provocato danni nelle città e nelle campagne con tetti scoperchiati, alberi abbattuti e campi allagati.
Il maltempo arriva infatti in un 2023 che si posiziona fino ad ora nel nostro Paese al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr nei primi nove mesi, con l’anomalia climatica che è stata addirittura di +1,02 gradi al nord.
A fronte di questa situazione climatica – continua la Coldiretti – è strategico intervenire immediatamente per aiutare le aziende colpite ma anche realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici e il risultato – sottolinea Coldiretti – è che il 2023 si classifica come l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro a causa di nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano. Si registra quest’anno – conclude Coldiretti – un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre la vendemmia è in calo del 12%.