(ASI) L’arrivo del maltempo salva le semine primaverili a rischio dopo un mese di marzo che ha fatto registrare il record negativo del 78% di precipitazioni in meno in Piemonte ma la situazione è grave per la siccità nelle campagne di tutto il centro nord.
E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati dell’Arpa in occasione dell’avviso di condizioni meteorologiche avverse emesso dalla protezione civile per il maltempo che porta di nuovo la neve sulle Alpi. Il mese di marzo straordinariamente caldo e siccitoso ha aggravato la situazione di grave deficit idrico dell’Italia dove durante l’inverno sono mancati ben 15 miliardi di metri cubi di acqua secondo una analisi della Coldiretti sui dati Meteoexpert.
Lungo la Penisola l’area maggiormente penalizzata dalla mancanza di acqua è il Nord-Ovest per l’anomalia climatica di quest’anno – sottolinea la Coldiretti – ha lasciato senza neve le montagne ed a secco invasi, fiumi, laghi e compromesso le riserve nei terreni necessarie per le semine primaverili di granoturco, soia, girasole, barbabietole, riso, pomodoro ma a preoccupare sono anche gli ortaggi e le piante da frutto fiorite in anticipo per le alte temperature. Se da un lato infatti il “bel tempo” ha permesso agli agricoltori di fare le lavorazioni per preparare il terreno alla semina in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi, che – spiega la Coldiretti – può avvenire solo se in presenza di buona umidità del terreno.
In queste condizioni – continua la Coldiretti – il maltempo è manna per gli agricoltori ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni. In particolare a preoccupare è la grandine, l’evento più temuti dagli agricoltori in questo momento perché i chicchi si abbattono sulle verdure e sui frutteti in fiore e – spiega la Coldiretti – spogliano le piante compromettendo la produzione successiva.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.