(ASI) La regina Elisabetta II, domani, visiterà la terra irlandese e sarà accolta con tutti gli onori previsti e soprattutto, con tutte le misure di sicurezza che si addicono per una visita ufficiale della Regina d’Inghilterra.
Un viaggio “in pieno simbolismo - come affermato dalla stessa regina - segno della riappacificazione di due Paesi”. Una pace, che la regina Elisabetta II vuole ribadire tramite questa visita ufficiale. Una riappacificazione di “facciata” a giudicare da molti, basti guardare le sorprendenti misure di sicurezza che il governo irlandese ha preso a riguardo: cancellati tutti i congedi della polizia nazionale; incremento delle forze dell’ordine ad oltre 8.500 unità; cannoni d’acqua mobili e missili terra-aria. Il governo irlandese ha dunque fatto intendere che non tutti, a distanza di anni, sono intenzionati a dimenticare il passato. Se da un lato la maggioranza degli irlandesi vuole che tutti i processi di pace tra i due Paesi abbiano buon esito, dall’altra c’è quella minoranza che non dimentica la “domenica di sangue” di Derry, l’insurrezione di Pasqua al General Post Office del 1916 e soprattutto non dimentica tutti gli irlandesi caduti per l’indipendenza tra il 1919 ed il 1921. La pace non vuol dire dimenticare, molti infatti ritengono che questa visita sia giunta troppo tardi: “La regina, doveva venire qui molto prima, a chiedere scusa per 800 anni di oppressione violenta”. Nessun irlandese è obbligato a dimenticare la propria storia, nessun irlandese dovrebbe farlo, soprattutto non può farlo l’Inghilterra, pretendere delle scuse sembra un atto dovuto, volto a migliorare e rafforzare una “pace” pagata troppo cara. Intanto, mentre in Irlanda si apprestano a terminare i preparativi, c’è chi il dolore irlandese e, soprattutto il suo passato, non vuole farlo dimenticare e lo dimostra con le manifestazioni più estreme, quelle che hanno fatto tremare e, allo stesso tempo, unito i due paesi: un allarme bomba nel centro di Londra è stato rivendicato oggi proprio alla vigilia della visita della regina. “L’avvertimento” – afferma Scotland Yard – “è arrivato, firmato a nome dei dissidenti della causa repubblicana irlandese”.