(ASI) Tutore della legalità, ma anche della difesa di diritti del cittadino in tutte le sfaccettature. Un ruolo impegnativo quello del prefetto, coordinatore dell'ordine pubblico e delle sinergie presenti sul territorio, a Catania svolto con passione e dedizione da Maria
Guia Federico, alla quale qualche giorno fa il Comitato Antimafia Livatino Saetta Costa, nelle persone del presidente prof. Attilio Cavallaro e del presidente onorario, avv. Corrado Labisi, ha voluto deputare il Premio Internazionale Livatino Saetta Costa.
Un riconoscimento che celebra il ricordo di tre magistrati vittime di mafia, Antonino Saetta, Rosario Livatino e Gaetano Costa, e di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita in difesa della legalità – con una sezione speciale in memoria della Nobildonna prof.ssa Antonietta Labisi, antesignana della lotta alla mafia – riconoscimento all'impegno sociale, alla difesa della legalità, del rispetto delle regole, della divulgazione di un'informazione libera e corretta.
Tra le tante iniziative lodevoli realizzate dal prefetto Maria Guia Federico, c'è il commissariamento della società Oikos, che gestiva la discarica e il servizio raccolta rifiuti a Motta Sant'Anastasia, in provincia di Catania. Un atto amministrativo che ha ricevuto il plauso anche dell'Anac, l'autorità nazionale anticorruzione, adottato ai sensi della recente normativa anticorruzione in quanto la società Oikos non risultava dotata della certificazione antimafia.
Dopo un lunga conversazione in cui si è parlato di legalità e delle intense attività del Comitato, il prof. Cavallaro e l'avv. Labisi hanno dato appuntamento a S.E. il Prefetto al 12 dicembre, data in cui sarà presentato il libro "Noi, gli uomini di Falcone" del dott. Angiolo Pellegrini, generale dell'Arma dei Carabinieri, comandante della sezione antimafia di Palermo dal 1981 al 1985. Come uomo di fiducia del pool e più stretto collaboratore di Giovanni Falcone, Pellegrini ha portato a termine le più importanti indagini nei confronti di Cosa Nostra, raccontate per la prima volta in questo libro, che è una denuncia contro chi ha protetto la mafia durante gli anni del maxiprocesso.