Il fatto più curioso è che nel novembre 2011 Merah era stato anche convocato dal Dcri per dare spiegazioni dei suoi viaggi in Afghanistan e Pakistan. Pure in quell'occasione "ha dato prova di una eccellente cooperazione, di buona educazione e di cortesia".
Tuttavia, i servizi segreti americani fanno sapere di aver fermato Merah in Afghanistan, dove scoprono, dai timbri sul suo passaporto, che egli è stato anche in "Siria, Israele, Iraq e Giordania" (non si sa secondo quale ordine di tempo e, soprattutto, sotto quale veste, essendo alcuni di questi Paesi restii a concedere l'accesso a passaporti che presentano timbri di alcuni altri Paesi mediorientali). Gli Stati Uniti decidono allora di inserire Merah nella loro "lista nera", senza però che la Francia prenda provvedimenti analoghi. La prova dell'affidabilità che i servizi francesi riversavano su questo giovane è data da un elemento: durante l'assedio dell'appartamento di Merah, "il suo handler, ovvero l'agente dei servizi che aveva il compito di tenere i contatti e di seguirlo nella «carriera» all'interno della rete islamista" avrebbe provato a negoziare una resa.
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