(ASI) Parigi – L'intento iniziale, quando mi sono recato a Parigi, non era certo di ideare un reportage fotografico per consegnarlo pochi giorni dopo alla storia.
Tutt'altro. Volevo immortalare, a distanza di due settimane, i segni lasciati dai parigini a Place de la Republique. I loro manifesti, i loro striscioni, le loro foto, i lumini, il dolore post attentato. Nessuno avrebbe immaginato che una marcia non autorizzasse prendesse di mira quella che fino a poche ore prima veniva chiamata Generazione Bataclan. Invece è successo. I cosiddetti antagonisti, in occasione dell'evento mondiale sul Clima di Parigi, hanno disatteso le misure speciali del governo del Presidente socialista Hollande, e hanno "sfidato" la polizia. Poco importa se nella piazza vi fossero le "scarpe" lasciate da quella corsa mai realizzata. Ancora meno, se in quel luogo simbolo vi fosse il cuore dei parigini. Retorica? Probabilmente ne abbiamo assistita a tanta, nei giorni scorsi. Non è affatto giustificabile ciò che è accaduto, al di là delle promesse dei grandi del pianeta sul clima. Oramai il danno è fatto, e alcune delle foto che ho scattato sabato, immortalano cose che non sono più presenti. Tra le tante cose, prima della guerriglia urbana, in foto appare la piccola Elise, ignara delle due ore che avrebbe passato dopo. Almeno lei, rappresenta l'innocenza di una bambina che spera in un futuro migliore. Senza estremisti, antagonisti, attentatori e qualsiasi altro delirio dei tempi moderni.
Valentino Quintana inviato per Agenzia Stampa Italia