(ASI) Città del Vaticano - Nella Sala Regia della Città del Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto, questa mattina 9 gennaio, il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. L’udienza pontificia, divenuta ormai tradizionale appuntamento di inizio anno è stata l’occasione per riflettere e meditare sui grandi avvenimenti che hanno attraversato il pianeta nel 2016.
Il santo Padre ha puntato l’attenzione sui troppi paesi in cui ancora si vive un clima di guerra, spesso “insensate”, senza motivazioni profonde o ragioni difensive. Papa Bergoglio ha fatto sua la riflessione di Benedetto XV, sull’inutile strage, in riferimento alla prima guerra mondiale, per sottolineare come ancora troppe persone non possono godere di quella pace che per molti è divenuta una condizione abituale di vita.
Il Papa ha commentato alcuni fatti e fenomeni di rilevanza mondiale, approfondendo in particolare la piaga del fondamentalismo islamico, che ha definito come una “follia omicida che abusa del nome di Dio”, e le migrazioni dei popoli, che richiedono a tanti paesi un serio impegno per essere affrontato degnamente. “Occorre un impegno comune nei confronti dei migranti, profughi e rifugiati, che consenta di dare loro un’accoglienza dignitosa”.
Il Pontefice ha ribadito non solo il diritto di immigrare, che deve essere riconosciuto ad ogni uomo ma ha anche invitato i migranti ad avere le capacità per integrarsi nei tessuti sociali che li ospitano ed ha ricordato l’importanza di rispettare “le leggi, la cultura e le tradizioni dei Paesi in cui sono accolti”. Secondo Papa Francesco, “è solo questa la via per costruire società aperte ed accoglienti verso gli stranieri e, nello stesso tempo, sicure ed in pace al loro interno”.
Il discorso del Papa non si è fermato soltanto su terrorismo e migrazioni ma ha anche affrontato temi scottanti come la protezione dei bambini, oppressi da sfruttamento ed abusi, il traffico di armi e la tratta di esseri umani, “una orribile forma di schiavitù moderna”, come da lui stesso definita.
In conclusione, il monito sul continuo “diffondersi dell’iniquità, delle diseguaglianze e della corruzione”.
Ilaria Delicati – Agenzia Stampa Italia