(ASI) Assisi- Tanta commozione all'Istituto Serafico, il Santo Padre, arrivato con 15 minuti di anticipo, saluta i bambini disabili e ammalati uno ad uno, gli si avvicina, li accarezza come un padre con i propri figli.
Ascolta con attenzione il discorso del Presidente di tale Istituto Francesca Di Maolo che spiega al Vescovo di Roma come lavorare al Serafico sia prima di tutto una scelta di amore, " i nostri ragazzi - dice ndr - non conoscono la rassegnazione e ogni loro progresso, ogni autonomia conquistata, anche se piccola è per noi un richiamo forte alla speranza, un inno di gratitudine alla vita". Papa Francesco, il volto provato dal dolore, abbandona il discorso che aveva precedentemente preparato per l'occasione e parla ai presenti aprendo il proprio cuore. Commosso ma pacato dice che nelle piaghe di questi ragazzi sono nascoste le piaghe di Cristo sofferente, le piaghe che Cristo ha voluto portare nella resurrezione. Il Papa prosegue anche dicendo che la carità non è un dovere ma un privilegio e sempre segnato dalla commozione benedice i presenti e con amore consola una madre afflitta dal dolore, un incontro che definire commovente ed emozionante sarebbe riduttivo. Un Papa che anche oggi abbandona i protocolli e si avvicina ai presenti non solo fisicamente ma anche spiritualmente, nessuna parola fatta, solo spontaneetà solo tanto amore e condivisione.
Erika Cesari - Agenzia Stampa Italia