(ASI) Viviamo un periodo di crisi, crisi prima di tutto morale ed etica. Poi politica ed economica. La globalizzazione estende i suoi effetti negativi nel pianeta e nelle realtà locali. I primi a pagarne il prezzo più alto sono le categorie sociali più deboli e i lavoratori. In nome del mercato, del profitto e del falso rigore si tagliano risorse vitali allo stato sociale e all'occupazione, ma si mantegono i privilegi di una casta di gente inetta ed inutile. Una situazione inaccettabile per i tantissimi italiani che con gli stipendi fanno fatica ad arrivare alla seconda settimana.
Ci sono voluti anni di impegno politico e battaglie sociali per veder riconosciuti i propri legittimi ed elementari diritti, attimi per perderli. Questo accade nel terzo millennio in generale in Italia ed Europa, ed in particolare ai lavoratori di Umbria Mobilità, i quali solo pochi giorni prima di ricevere la tanto attesa quattordicesima sono venuti a conoscenza che l'azienda non ha i soldi per onorare quanto stabilito dal contratto. Improvvisamente una delle aziende più importanti dell'Umbria che occupa circa 1500 unità fa emergere uno stato economico passivo pesante che era inimaginabile solo pochi mesi prima.
Una situazione di precarietà che getta ombre anche sul suo futuro. Perché si è arrivati a questa deriva negativa? Perchè si è taciuto su questa situazione? Chi sono i responsabili? Da una parte ci sono le maestranze che garantiscono alla comunità un servizio pubblico fondamentale e che hanno tenuto a ribadire che non vogliono che gli errori della politica prima e dei dirigenti poi, vengano scaricati sui cittadini, dall'altra, ci sono i cattivi amministratori che si sono dimostrati di non essere all'altezza di gestire questa grossa realtà del trasporto pubblico regionale.
Emergono mille contraddizioni aziendali che vanno dai 4 amministratori lautamente retribuiti alle tante difficoltà a pagare stipendi e fornitori. E' solo colpa del mancato pagamento della regione Lazio, come dall'Azienda fanno sapere, a determinare questo stato di crisi? Allora perché si è preso e si è puntato sull'appalto su Roma senza avere le necessarie garanzie e valuarne fino in fondo i rischi? La politica ha le sue grandi responsabilità e sono evidenti a tutti. Però un dato positivo in questa vicenda c'è ed è il civile atteggiamento tenuto dai lavoratori dell'Azienda che, nonostante il grave danno economico subito, hanno saputo trasformare la giusta rabbia in azioni concrete. E' nato un movimento spontaneo, autonomo di protesta molto attivo che ha presidiato da subito l'azienda, ha convocato un'assemblea ed ha costretto le Istituzioni e i dirigenti ad incotrarsi in Regione per superare l'attuale crisi e per garantire un futuro più certo all'Umbria Mobilità.
E' proprio vero le conquiste sociali si ottengono e si mantengono sempre con la lotta. L'esperienza ci ha insegnato che i lavoratori devono essere vigili e non devono mai abbassare la guardia e cedere sul riconoscimento dei loro diritti fondamentali acquisiti.
Le maestranze di Umbria Mobilità pretendono chiarezza e risposte serie e sono fortemente determinati ad andare avanti nelle loro forme di civile protesta, forti della rinnovata consapevolezza che prima di tutto l'azienda appartiene a loro e per questo vogliono essere attivamente presenti e partecipi del loro destino.
Queste le richieste dei lavoratori emerse dall'assemblea e fate all'azienda e alle istituzioni:
Il pagamento della 14° mensilità gi- scaduta 20/07/12 scorso;
- Le dimissioni immediate della Dirigenza del Consiglio di Amministrazione;
- Che non venga aumentato il costo dei biglietti di autobus, treni, traghetti e minimetrò a scapito dei cittadini;
- Agli enti proprietari una risposta urgente in merito al futuro della nuova azienda unica del trasporto regionale.
Lo dimostra il fatto che una nutrita delegazione di lavoratori è in Corso Vannucci davanti alla regione in attesa di conoscere l'esito dell'incontro fra la Governatrice Marini, L'assessore ai Trasporti Rometti e i la dirigenza aziendale. Agenzia stampa Italia è presente per sentire e riportarvi le loro ragioni.
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