(ASI) Lettere in Redazione. Roma - «Stiamo studiando per predisporre con i fornitori nazionali di utenze come luce, acqua e gas, una collaborazione tra parti, l'apertura immediata di un tavolo tra Federcontribuenti, Governo e aziende fornitrici dei servizi. Abbiamo l'urgenza e il dovere di intervenire davanti al numero crescente di cittadini in grave disagio economico e che si vedono staccare servizi ormai di vitale importanza per assicurare una vita dignitosa ». Lo dice il presidente Finocchiaro alla luce delle numerose testimonianze, le più crude arrivano da Roma e da Macerata.
A Roma una coppia che vive di sola pensione minima rischia il distacco di luce e gas ( Eni invia fatture mediamente pari a euro 150, il loro reddito non arriva a 400 euro mensili ), oltre che lo sfratto per morosità. A Macerata un invalido ha già subito il distacco della luce, seppur aiutato dalla Croce Rossa, non sembra riuscire a star dietro alle bollette e Equitalia minaccia di togliergli il resto.
Se contiamo quanti milioni sono i cittadini che vivono con meno di 600 euro al mese e che non possono ricevere aiuti da amici e parenti si capisce il numero di cittadini che rischiano di restare senza acqua e a lume di candela. Da un lato abbiamo utenze in continuo aumento, dall'altro lato abbiamo uno Stato che non riesce a mettere a disposizione fondi per queste persone, il risultato è sconcertante. Lo scopo del tavolo è assicurare ai cittadini coinvolti il mantenimento dei servizi primari e dall'altro utenze a costi più ragionevoli, magari sgravati da accise o imposte comunali. Conclude Finocchiaro:
« o si alzano, per legge, le somme della pensione minima come quella degli invalidi e si garantisce un reddito dignitoso per disoccupati e senza reddito o il governo ci dica e soprattutto lo dica a queste persone come vivere. Oppure dobbiamo pensare che in Italia vivere senza una casa, senza luce, acqua e gas, sia tollerabile?».
Ufficio Stampa Federcontribuenti