(ASI) "Mentre non si è aperto alcun vero confronto con il mondo accademico sulle pesanti conseguenze del taglio di oltre 500 milioni di euro del Fondo di finanziamento ordinario già per l'anno in corso, il governo non trova di meglio che varare il disegno di legge sulla precarizzazione della ricerca prima della pausa estiva. Meno risorse per l'università pubblica, più precarietà e meno diritti per i giovani ricercatori, apertura della docenza a figure a tempo a chiamata diretta, attinte dal mondo delle professioni, senza alcuna garanzia di adeguata qualificazione scientifica e aggirando completamente il criterio dell'abilitazione scientifica nazionale.
È incredibile che la ministra Bernini presenti queste misure addirittura come un modo per attrarre cervelli dall'estero. Invece di indurre le università telematiche private ad assumere docenti stabili in possesso di abilitazione scientifica, si tagliano i fondi alle università pubbliche e le si spinge ad assumere docenti a tempo non qualificati, chiudendo le porte a un'intera generazione di giovani che hanno dedicato anni di studio e impegno alla ricerca. Di fronte a queste scelte irresponsabili, il PD sarà impegnato in una battaglia di opposizione senza sconti in Parlamento e nel Paese, per il la difesa e il rilancio del sistema universitario pubblico". Così in una nota Alfredo D'Attorre, responsabile Università nella segreteria nazionale del PD.