(ASI) Roma - “Due giorni fa l'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, mentre decideva la distribuzione di 1,1 miliardi ai soci tra dividendi e buyback, se la rideva sostenendo che le povere banche italiane sono bistrattate rispetto a quelle degli altri paesi e sono tassate di più.
Oggi esce uno studio di Unimpresa, su dati di Bankitalia, il quale dimostra che il peso del Fisco sulle banche è di appena il 20%, molto meno del 'tax rate' su quasi tutti i comuni mortali che pagano l'Irpef. Il M5S ha avviato una ricerca, anche attraverso l'ufficio studi della Camera, per verificare ancora più puntualmente le affermazioni di Nagel e la prossima settimana presenteremo un'interrogazione al Ministero dell'economia, dal momento che l'affermazione del banchiere non era supportata da documenti o dati ufficiali. Dell'ad di Mediobanca apprezziamo il senso di colpa, o la coda di paglia, che lo ha spinto a fare queste affermazioni mentre elargiva lauti dividendi ai soci. Dividendi conseguiti, pensate un po', proprio sulla pelle di quei lavoratori e quelle imprese che pagano il doppio delle tasse dei soggetti rappresentati da Nagel. Della Meloni e dei ministri Giorgetti e Salvini, invece, non sopportiamo più l'arrendevole subalternità alla lobby bancaria e alle varie Mediobanca e Mediolanum, banche vicine gli amici degli amici. Il Governo provi per una volta a mettere gli interessi degli italiani davanti a quelli degli azionisti di Nagel e Doris, la smetta di essere complice e introduca una vera tassa sugli extraprofitti delle banche e dei settori economici che hanno macinato valanghe di utili sulle spalle di chi non ce la fa a pagare la rata del mutuo”. Lo comunica in una nota Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera.