(ASI) Roma – Il 13 dicembre scorso abbiamo reso noto di aver depositato un ricorso al T.A.R. Lazio per presunte pratiche antisindacali portate avanti da varie articolazioni del Ministero della Difesa, con particolare riferimento alle modalità di
gestione delle deleghe degli iscritti, a seguito di numerose segnalazioni di questo Sindacato rimaste inascoltate e senza risposta.
La decisione di rivolgerci ad un’autorità terza, quale il giudice amministrativo competente, è a garanzia delle nostre migliaia di iscritti e anche di tutte le organizzazioni che hanno sempre avuto comportamenti aderenti alle norme e circolari ministeriali in vigore.
Ringraziamo vivamente, quindi, le molte associazioni sindacali che hanno solidarizzato e plaudito alla nostra iniziativa, che intende verificare la piena correttezza di quanto attuato dal datore di lavoro, il Ministero della Difesa, per consentire la piena attuazione dei diritti sindacali dei militari e la loro corretta rappresentatività al tavolo contrattuale.
Il tema è talmente rilevante che, dal deposito del ricorso del 13 dicembre 2023, è trascorso poco più di un mese e il collegio giudicante ha definito tre aspetti fondamentali, al di là delle questioni legate alla mera strategia processuale delle parti:
1. il tema è sicuramente molto fondato e di preminente rilievo, visto che si tratta della prima causa in assoluto sulla gestione delle deleghe sindacali nel mondo militare davanti a un qualsiasi tribunale amministrativo, che sarà studiata sui manuali accademici di diritto processuale amministrativo;
2. il rilievo è tale che non può essere affrontato in una fase preliminare (in termini tecnici in una udienza in Camera di Consiglio), ma necessita di ogni approfondimento e analisi, anche dopo il conteggio delle deleghe che partirà a far data dal 31 gennaio.
Per questo motivo ringraziamo la sensibilità al tema presentato del Presidente Giovanni Iannini della Sezione Prima Bis e del Collegio giudicante, che hanno voluto fissare l’udienza di merito nel tempo “record” di 90 giorni, quindi il prossimo 17 aprile 2024. Chiunque affronta temi di diritto amministrativo in modo oggettivo, quindi non parziale e a difesa di rendite corporative, sa che una definizione di giudizio in quattro mesi dal deposito del ricorso è qualcosa di inusuale e che sottintende una bene giuridico primario da tutelare, quali in questo caso i diritti sindacali dei militari e di chi li rappresenta correttamente;
3. lo stesso giudice amministrativo ha dichiarato, sulla scorta della nostra posizione e della stessa ammissione del Ministero della Difesa per mezzo dell’Avvocatura di Stato, che il Siamo Esercito è sicuramente rappresentativo e siederà al
tavolo contrattuale: per questo motivo, e solo per questo, non è stato necessario
dare misure d’urgenza a tutela del ricorrente.
Ringraziamo, quindi, le migliaia di iscritti che hanno dato e continuano a dare piena fiducia al SIAMO Esercito, la prima organizzazione sindacale militare dell’Esercito italiano iscritta al previsto albo ministeriale e rassicuriamo loro e chi vorrà darci fiducia, specialmente entro il 31 gennaio, data di fissazione dei numeri per valutare la rappresentatività dei diversi sindacati militari, che continueremo a lavorare, senza sosta, a difesa dei diritti delle lavoratrici e lavoratori militari in ogni sede, pronti già a sederci ai tavoli contrattuali che si insedieranno nel presente anno. Così in una nota, Sindacato Italiano Autonomo Militare Organizzato Esercito il Direttivo Nazionale S.I.A.M.O. Esercito.