(ASI) “Dopo mesi di malintesi, voluti o in buona fede, che avevano stravolto il senso della proposta di legge sulla tutela della lingua italiana, oggi anche Vittorio Feltri mette un punto alla ridda di interpretazioni e stravolgimenti.
Lo avevano fatto altri prima di lui, personalità della cultura, del mondo accademico, del giornalismo oltre che della politica partecipando a un confronto diventato virale e per alcuni aspetti goliardico”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati commentando la ‘Stanza di Feltri’ sul Giornale di oggi.
“Con la chiarezza che gli è tipica – ha aggiunto Rampelli - Feltri risponde a un lettore che gli esprime le difficoltà a districarsi nelle selva dei termini inglesi ormai in uso in Italia. Da giornalista di razza qual è, il direttore va direttamente alle fonti ed evidenzia i contenuti della proposta di legge proposta di legge presentata da FDI, attenendosi ai fatti, per poi sottolineare uno degli aspetti più importanti che la ispira: l’accesso alla democrazia e l’esercizio dei diritti individuali. Se la pubblica amministrazione si esprime in una lingua straniera, come avviene da qualche anno a questa parte, il cittadino non riesce a comprendere quali siano i suoi diritti e i suoi doveri. Non è un problema soltanto culturale, di difesa della nostra identità linguistica, questione comunque nobile, ma è un problema di democrazia. Non a caso, in Francia la corte costituzionale annullò un accordo sindacale sottoscritto dal Governo e dalle rappresentanze dei lavoratori proprio perché i contenuti di quell’accordo non erano comprensibili a tutti in quanto contenente parole ed espressioni straniere. Lo stesso presidente dell’Accademia della Crusca, prof. Paolo D’Achille, che mi ha onorato della sua presenza a un convegno sulla materia, si è augurato che l’Italia inverta la rotta valorizzando al massimo l’italiano anche attraverso interventi costituzionali e ordinari”.
“Continuo a restare stupefatto che la sinistra, da sempre sostenitrice di diritti universali come la partecipazione e il diritto alla conoscenza - ha osservato il vicepresidente- si sia fatta trascinare in polemiche elitarie e sarcastiche”.
“Tranne pochissime eccezioni, tra politici e giornalisti il caos ha stravolto il senso di una proposta necessaria e sacrosanta che dovrebbe vedere tutti dalla stessa parte. La lingua italiana è patrimonio universale a prescindere dall’appartenenza politica”.
“Ringrazio Vittorio Feltri - ha concluso Rampelli - per essere sceso in campo promettendo che Il Giornale cercherà di non cadere più nella tentazione dei forestierismi. Nota di servizio: la proposta di legge è stata calendarizzata in commissione Cultura e presto inizierà il suo iter”.