Presidente Rossi: “Numerose le segnalazioni di difficoltà che ci arrivano quotidianamente. Si pensi ad una risposta europea per ridurre i costi a famiglie e aziende”
(ASI) Perugia – Secondo i dati diffusi da ISMEA, i costi di produzione dell’agricoltura, nei soli primi tre mesi di quest’anno, sono aumentati di oltre il 18% sullo stesso periodo del 2021.
La Giunta esecutiva di Confagricoltura che si è riunita venerdì 30 settembre a Mantova, in occasione dell’apertura del Food&Science Festival, lo ha messo ancora in evidenza sottolineando ancora che le imprese agricole non sono assolutamente in grado di assorbire ulteriori aumenti dei costi energetici.
“Anche in Umbria, dalle numerose segnalazioni che arrivano all’associazione, c’è forte preoccupazione per imprese del territorio, sempre più in difficoltà” afferma il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi, per poi aggiungere: “Senza il blocco del prezzo del gas a livello europeo e il varo di nuove misure a supporto della liquidità c’è il rischio imminente che anche un elevato numero di imprenditori umbri del nostro settore sia costretto a sospendere o a ridurre l’attività produttiva”.
Di conseguenza, come evidenzia Confagricoltura, calerebbero le forniture ai mercati e alle industrie di trasformazione, a vantaggio delle importazioni da Paesi in cui i costi energetici sono inferiori.
La Giunta di Confagricoltura ha anche esaminato le decisioni, annunciate ieri dal governo tedesco, che prevedono la fissazione di un tetto sul prezzo del gas a livello nazionale e uno stanziamento pubblico di 200 miliardi di euro a sostegno di famiglie e aziende.
“Le decisioni unilaterali degli Stati membri determinano una vera e propria distorsione di concorrenza tra le imprese. Il regolare funzionamento del mercato unico non può dipendere dalla capacità di spesa dei bilanci statali” ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Il sostegno alle imprese – ha proseguito – deve essere attuato a livello europeo, riproponendo le misure comuni già attuate durante la pandemia a tutela dell’occupazione (con il programma SURE), oppure, autorizzando gli Stati membri a utilizzare per la riduzione dei costi energetici una parte dei fondi già assegnati dall’Ue per altre finalità, ma non ancora impegnati”.
Nonostante l’intensità della crisi in atto – fa notare infine la Giunta confederale - l’Unione europea ha mantenuto invariati gli stanziamenti all’agricoltura. Non solo: dal prossimo anno subiranno una progressiva riduzione del 15% in termini reali.