(ASI) Roma - Mentre Carlo Calenda invoca la sospensione della campagna elettorale per un armistizio di guerra contro il caro bollette, il segretario del Partito Democratico Letta decide di giocarsi la carta nostalgica, con la cromaticità del rosso e nero. In un momento storico come questo, dove piovono bollette come bombe sulle città, il rischio è quello che di rigatoni, veri, sulle tavole degli italiani ne rivedremo pochi.
Passi che il cibo è si uno straordinario strumento di comunicazione, una forma di linguaggio che comunica idee e valori con straordinaria forza espressiva, ma qui il dubbio è che i social media manager del Pd abbiano realmente letto cucina politica di Montanari.
In questa sagra paesana però, irrompe Matteo Salvini, che avendo subito colto lo spirito dei tempi, propone per fini pedagogici un anno di servizio militare obbligatorio.
Questa idea, di rara sagacia politica, non ha tenuto conto del frangente storico in cui al voto per il Senato andranno per la prima volta pure i diciottenni, con le immagini ancora vive del conflitto ucraino. Diciamolo francamente una volta per tutte poi, perché il sottoscritto se la ricorda la leva obbligatoria (ultimo anno), l'idea di proporla come strumento di contrasto a questa crisi politico-sociale senza precedenti delle nuove generazioni, è una boiata pazzesca che stona e non poco con la realtà. Ci rifiutiamo di pensare che la soluzione possa essere quella di parcheggiare i ragazzi in remote caserme a non far nulla, se non picchetti, rifare i letti, marce e scherzi da camerata. Pensate a migliorare le scuole e il reclutamento insegnanti, piuttosto che tornare indietro di trent’anni.
Poi ci sarebbero Di Maio e Renzi, ma se sul primo necessiterei di una decine di pagine dell’editoriale, sul secondo bisognerebbe realmente ringraziarlo per il TAP e quindi direi di soprassedere.
La situazione risulta oggettiva: questa campagna elettorale non ha strumenti culturali per affrontare i temi reali, quelli diremmo strazianti, che stanno portando sempre più esercenti, imprenditori, professionisti, a render pubbliche le bollette-killer. Un tacito patto tra le forze maggioritarie a non spingersi oltre le colonne della propria competenza, ma oscillando tra proposte surreali e tematiche pop-trash. A forza di raschiare il fondo del barile chissà se, bucandolo, un giorno torneremo a rivedere una luce; il problema sarà poi capire i costi di questa luce.
Emilio Cassese - Agenzia Stampa Italia