(ASI) La riforma delle Camere di commercio, in cantiere da cinque anni, ci consegna un orizzonte incerto che sembra non avere termine. L’obiettivo fissato dalla riforma della pubblica amministrazione di ridurre le Camere di commercio con processi di accorpamento appare poco applicabile in una regione come la Nostra.
La Sicilia infatti, per conformazione geografica, carenza nei collegamenti viari e per numero di province, spesso assai differenti tra loro, appare la regione meno adatta per essere interessata dall’accorpamento.
Appare improponibile ad esempio che la Camera di commercio di Agrigento venga accorpata a quella di Siracusa o Trapani, così come nelle intenzioni dell’ultimo disegno di legge presentato alla Camera. Stiamo parlando di due aree economiche differenti e parecchio distanti tra loro, non solo per numero di chilometri ma anche e soprattutto per tipologie di attività economiche presenti. La nuova geografia camerale non deve garantire solo un risparmio economico per la pubblica amministrazione, ma anche servizi efficienti e presenti nel territorio.
Lo afferma in una Carmelo Pullara, presidente Commissione speciale all’ARS.