(ASI) Roma, - “Alla luce dei recenti fatti accaduti sul Lago di Garda, dove due cittadini tedeschi alla guida di un Riva hanno travolto una giovane coppia sul proprio motoscafo, sbalzandoli dal natante e causandone la morte, sorge spontanea la domanda: non sarebbe il caso di estendere il reato d’omicidio stradale alla fattispecie in questione? Sarebbe auspicabile aprire un dibattito sul tema.
Penso da cittadina, da donna e da attivista politica, che ha fatto dell’introduzione del reato di omicidio stradale una sacrosanta battaglia di verità e giustizia, insieme a tante associazioni e alle famiglie delle vittime della strada, che la stessa attenzione posta dal Legislatore su chi trova, ahi noi, la morte sulle strade, dovrebbe esserci per chi perde la vita in mare per incidenti dovuti a negligenze umane, come è stato per la sfortunata coppia che ha perso la vita a Salo’. La legge numero 41 del marzo 2016 ha introdotto nel Codice Penale il reato d’omicidio stradale, con un’attenzione particolare alle aggravanti di guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti. La norma è stata introdotta per meglio punire il conducente di veicoli a motore la cui condotta colposa costituisca causa dell'evento mortale. Tra l’altro, sempre di questi giorni è lo scontro tra imbarcazioni avvenuto, stavolta, sul Lago di Como: l'incidente si è verificato a Lenno, nota località del lago cantato da Manzoni. Altra triste storia dove è morta una persona mentre altre due sono rimaste ferite. Per questo penso che una discussione seria e approfondita in merito non vada più rimandata. La vita è prioritaria, sempre. E una tutela in tal senso non può più aspettare” - Così Barbara La Rosa, Responsabile del Dipartimento Pari Opportunità e Diritti Civili dell’Istituto Milton Friedman.