(ASI) “Il 2050 è la data chiave del futuro nostro e dei nostri figli perché entro quell’appuntamento dovremo essere in grado di non rallentare i cambiamenti climatici e anzi di contrastarli del tutto, riparando agli errori fatti finora.
Pesca e acquacoltura giocano un ruolo fondamentale perché una società viva in armonia con il mare e dunque con il pianeta. Le nostre marinerie hanno subìto la perdita dei giovani poiché il settore è stato trascurato e questo ha peggiorato le cose sia dal punto di vista economico che ambientale. Inquinamento, pesca illegale e trasporto marittimo malgestito hanno fatto il resto. Nonostante questo non conosciamo ancora le azioni concrete che la Commissione vorrà intraprendere e quando manderà al Parlamento europeo una proposta. Il 2050 non attende, è dietro l’angolo, servono dunque regole giuridicamente vincolanti per tutto quel che riguarda il mare e gli attori che lo sfruttano non solo a livello di pesca e serve un contrasto concreto al depauperamento della risorsa ittica e al conseguente spopolamento delle comunità costiere locali. Per far ciò è necessario salvare le marinerie e ringiovanirle. Questa è la più alta forma di tutela possibile per il nostro pianeta”, così in una nota Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, in un intervento in plenaria.