Alta velocità in Umbria, dal 10 ottobre Frecciarossa per Milano a rischio?

Frecciarossa o “Freccia - Zoppa”?. Tra le polemiche si parte da Perugia il  9 febbraio. | Agenzia Stampa Italia(ASI) Dal 10 ottobre il Frecciarossa Perugia – Milano non sarà più prenotabile. Ufficialmente la causa sarebbe la questione del nuovo orario ferroviario che stenta a venire caricato sui sistemi informatici. Ma sarà davvero così? Oppure l’Umbria e Perugia perderanno il loro unico legame con l’alta velocità ferroviaria?

Andiamo con le certezze. Certamente la Regione Umbria ha confermato il Frecciarossa Perugia – Milano fino al 30 settembre 2020. Il servizio online di bigliettazione riporta il treno come prenotabile fino al 10 ottobre, vale a dire sabato, e quindi vi è la disponibilità del solo viaggio di andata. Ma già da domenica 11 ottobre manca la corsa di rientro serale, cioè per intenderci quella che riporta il treno a Perugia per poter essere pronto al servizio settimanale. Per dichiarazione diretta dell’assessore Enrico Melasecche, sarebbe al momento in itinere la trattativa per prolungare il servizio fino allo scadere all’entrata in vigore dell’orario invernale a dicembre 2020.

La seconda certezza di cui si dispone al momento è che solitamente, durante i cambi di orario, i problemi di rinnovo e caricamento di treni e tracce orarie sono all’ordine del giorno. Fin qui le certezze che possono rassicurare gli umbri.

Passiamo alle certezze molto meno rassicuranti. La Regione Toscana non ha ancora ufficialmente rinnovato il Frecciarossa che, va ricordato, l’Umbria ha arretrato a suo tempo trasformandolo da un Arezzo – Milano, nell’attuale Perugia – Milano. Arretramento peraltro che è stato il più caro della storia delle ferrovie italiane, costato la bellezza di un milione e trecentomila euro per circa 70 km di linea dalla città toscana fino al capoluogo umbro. Consultando online l’orario per l’acquisto dei biglietti, si evince che del Frecciarossa si perdono le tracce dopo il 10 ottobre, e che esso (al momento) non risulta più in servizio nemmeno su Arezzo.

Quindi che fine farà il Frecciarossa dopo la suddetta data? Al momento non si hanno certezze ufficiali ne dalla Regione Umbria, ne dal Gruppo Ferrovie dello stato di cui fa parte Trenitalia. Da fonti ufficiose però sarebbero trapelate notizie tutt’altro che confortanti.

Sembra infatti che la riorganizzazione dei servizi post crisi del Covid 19 minacci direttamente l’esistenza stessa del treno umbro. Il punto è che da un lato il distanziamento sui mezzi pubblici ha imposto la modifica di alcune tracce orarie di punta durante il periodo estivo, poiché la normale capienza di un solo convoglio è stata necessariamente spalmata su due nelle ore di punta. Ciò era indispensabile in quanto, trattandosi di treni a mercato, era necessario per Trenitalia ridurre le perdite economiche devastanti subite dal segmento dell’alta velocità nei mesi del lockdown. Ma non essendo ancora ripristinati tutti i collegamenti Frecciarossa esistenti prima del lockdown, Trenitalia è riuscita a compensare la rimodulazione delle tracce orarie.

Dall’altro lato, alle necessità di servizio imposte dal Covid, si sono poi aggiunte la “fame” di nuovi collegamenti alta velocità delle regione adriatiche, e di quelle tirreniche. In testa a tali istanze di trasporto veloce figurano Calabria e Puglia, che ormai da un anno stanno attuando una decisa campagna di investimenti sul settore, peraltro con risultati più che positivi.

Proprio il gran numero di istanze di nuovi collegamenti alta velocità, e la prevedibile fine (prima o poi) del distanziamento sociale sui mezzi pubblici, rischiano di minacciare già da ora l’esistenza stessa del Frecciarossa umbro.

Questo perché a suo tempo, vale dire dieci anni fa, quando l’allora gestione del gruppo FS definì gli assi strategici dell’alta velocità ferroviaria, l’Umbria ne venne esclusa per carenza di infrastrutture adeguate, nel silente assenso delle stessa. In sostanza si disse che i collegamenti alta velocità dei futuri Frecciarossa avrebbero dovuto interessare solo le città poste lungo le linee dell’alta velocità ferroviaria. Tale decisione non escluse solo l’Umbria, ma anche tante altre regioni d’Italia. Pertanto il numero di convogli Frecciarossa ordinati all’industria nazionale era più che adeguato alle esigenze della sola rete alta velocità. Il fatto che negli ultimi anni alcune delle regioni escluse a suo tempo dal “club” dell’alta velocità ferroviaria, abbiano voluto rientrarci ha generato letteralmente una penuria di mezzi disponibili per nuovi collegamenti. In pratica, da un paio di anni, è in corso una “battaglia” stile “Black Friday” per accaparrarsi i Frecciarossa. In sostanza si tratta della lotta per la classica coperta corta. L’Umbria, 2 anni fa, riuscii ad accaparrarsi un pezzetto della suddetta coperta, ma adesso che intende fare? Il fattore “tempo” sembra essere determinante per non perdere il Frecciarossa Perugia – Milano (come sarebbe stato confermato da fonti ufficiose interne al gruppo Ferrovie dello Stato), poiché il rischio è che all’atto della ripartenza del segmento a pieno regime successiva al “rimescolamento delle carte” post Covid, il Frecciarossa umbro potrebbe già essere scomparso, per dirottare il materiale su nuovi servizi, verso altre città e regioni. Altrettanto importante sarebbe “blindare” il collegamento inserendolo nel contratto di servizio, invece di continuarne il rinnovo semestrale. Quindi bisogna decidersi. Dentro o fuori dal club dei collegamenti alta velocità; ma con responsabilità. Il tempo degli annunci e dei post sui social network è finito.

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

 
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