(ASI) “La pandemia sta facendo sentire con violenza i suoi effetti anche su una categoria di persone spesso ‘invisibili’ agli occhi della popolazione: sono i disabili, fisici e mentali, che si trovano in una situazione di grande difficoltà ad affrontare la quotidianità legata all’epidemia in corso.
Chiusi i centri di riabilitazione e diurni i ragazzi disabili rischiano di perdere le autonomie e i progressi raggiunti con grande fatica e, inoltre, l’isolamento di questo periodo legato all’emergenza sanitaria ha creato numerosi problemi nell’equilibrio psicologico ed un evidente peggioramento della loro precaria situazione fisica ed emotiva. C’è poi il tema delle famiglie di persone diversamente abili che si sentono abbandonate dallo Stato e dalle Istituzioni: la tragedia di Carpi del 14 maggio, dove un uomo di 69 anni ha ucciso il proprio figlio disabile di 37, per poi togliersi la vita sostenendo di non “sopportare più di vedere il proprio figlio soffrire così”, è il drammatico epilogo di una storia che racconta il totale fallimento dello Stato. Credo fermamente che il mondo della disabilità debba essere sostenuto, che si debba necessariamente lavorare su come e quando rimettere in moto le strutture idonee ad aiutare i disabili riportandoli ad un livello di vita accettabile e dignitosa. Per questo ho presentato un’interrogazione parlamentare: uno Stato degno di questo nome deve proteggere e tutelare tutti i suoi cittadini, a partire da quelli più deboli e fare in modo che tragedie come quella di Carpi non si ripetano mai più”. Così Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia e Sindaco di Tredozio (FC)