La Democrazia Cristiana può rappresentare l'unica alternativa all'avanzare della destra sovranista
 
Carfagna, Rotondi e Cesa per nuovo partito, aldilà di Renzi e Berlusconi
 
di Biagio Maimone
(ASI) La manifestazione in Piazza San Giovanni a Roma, organizzata da Matteo Salvini, ha decretato ufficialmente che non esiste più il centrodestra, ma unicamente la  destra sovranista.
Non si può non ammettere, senza paura di essere smentiti, che per Salvini e Meloni crescono i consensi, giorno dopo giorno, in modo strabiliante. Bisogna riconoscere che attualmente essi sono gli unici soggetti politici in grado di suscitare emozioni politiche davvero significative,  anche perché favoriti da una certa stampa che ora vira a loro favore, sospinta da un vento  politico che non si sa da dove provenga e dove realmente conduca. Chi ottiene tanto consenso è certo che l'ottenga perché sorretto da poteri di grande rilievo.
Il popolo li segue ed è pronto a votarli  consegnando loro le sorti di un Paese alla deriva, attratto dalla promessa di  rigore e di ordine, che sono considerati  l'unica soluzione al degrado  morale e sociale senza pari  in cui versa la nostra nazione. L' unica soluzione sembra essere una destra autoritaria e rigorosa. 
La manovra finanziaria del Governo, che penalizza il piccolo imprenditore e la maggior parte del popolo che arranca per vivere  e non certo i veri evasori, i quali sanno come " muoversi", ha dato maggior impulso alla protesta popolare che non ha avuto, come storicamente si verificava, le piazza tinta dalle bandiere rosse degli operai o di chi difendeva le masse, ma una piazza tinta dai colori della destra.
Siamo convinti che tassare e controllare la povera gente non risani il bilancio di una nazione, ma crei solo paure e incertezza e, ancor più, tensione. 
Il Presidente del Consiglio si trova in bilico tra una opposizione di  destra, il cui partito più rappresentativo è un ex alleato ed un Governo creato alleandosi con un partito di sinistra, che, spiace ammetterlo, è poco a favorevole alle masse. 
La destra, che parla di sicurezza, di  "italianità" e di detassazione è ovvio che trovi consensi  anche se, come dice Conte, il suo linguaggio è tipico della subcultura. Si, puoi darsi, ma alla destra la maggior parte degli  italiani, allo stato attuale, dà il proprio consenso.
Anche Berlusconi lo ha capito ed è sceso in piazza perché consapevole che , attualmente,  nessun partito e nessuna coalizione politica è  forte se non quella del duo  di Salvini e di Meloni: si tratta per lui di una questione di opportunità e non certo di condivisione delle idee sovraniste,  né tantomeno perché ama  essere risucchiato dal vortice della Lega e di Fratelli 'Italia. Qual è  l' alternativa, dunque,  per frenare l' ascesa al potere del duo sovranista?
Una strada percorribile esiste ed è quella  di rispolverare la democrazia cristiana e il pensiero di De Gasperi,  antifascista e cattolico, che parla alla gente e che dirige il proprio impegno a favore delle classi meno abbienti,  che dà nuovamente spazio alla religione cattolica, agli oratori, alle Acli , a tutto il mondo dell'associazionismo cattolico. Se è vero che il brand della democrazia cristiana, parlando il linguaggio del marketing politico, non attira più di tanto, come  dicono gli esperti, occorre creare contenitori sociali  tessuti come il Meridione, in cui  la maggior parte della  popolazione non ama Salvini, memore degli insulti subiti e non vede l'ora di fronteggiarlo. Allora, cosa fare? Occorre creare  un partito che parla al Sud Italia, solo al Sud Italia e ne tuteli i suoi bisogni.
Dovrà essere un movimento pro- meridione, il cui agire politico sia sorretto dalla filosofia degasperiana, già radicata nel Sud, che, per tale ragione, potrà garantire la rinascita della democrazia cristiana con volti nuovi, con comunicatori che sappiano catturare il favore del popolo esattamente come fa Salvini, parlando delle loro esigenze non in chiave populistica, ma  in chiave sociale e democratica. Il risultato sarà quello di creare consensi popolari.
Salvini parla alla pancia dei settentrionali tutelandone la propria ricchezza, nel Sud è certo che occorra  parlare alla coscienza di un popolo abbandonato e povero che deve riscattarsi. Chi potrà farlo?
Gianfranco Rotondi, Lorenzo Cesa e, perché no, Mara Carfagna , potrebbero  impegnarsi per dar vita al progetto "Meridione" e non confluire, come riportato da alcuni quotidiani, nel partito di Matteo Renzi .
E' vero che con Renzi troverebbero la "pappa pronta", ma , come è prevedibile , avrebbero le stesse possibilità  che hanno avuto con Berlusconi, ossia  essere solo numeri e mai i veri interpreti del cambiamento, attori, certo, tuttavia non protagonisti.
Avrebbero una " sedia", un Ministero forse, ma non un partito nuovo, che il popolo meridionale, di cui essi fanno parte, vuole davvero. 
Ed allora, Carfagna, Rotondi e Cesa, e chiunque voglia farlo, su le maniche e iniziate ad essere attori protagonisti di un progetto politico autentico che faccia rinascere  i valori democratici e sociali nel nostro Paese! Dovranno essere gli altri a voler confluire nel vostro partito e non voi negli altri partiti.
Se è vero che si sente l'esigenza di far rinascere la democrazia cristiana bisogna farlo ora, oppure è meglio consegnare definitivamente alla storia un partito che ha dato benessere agli italiani dal dopoguerra fino a pochi anni fa.
Occorre riconoscere che Alcide De Gasperi, la cui visione democratica della vita politica ha determinato la rinascita dello Stato italiano dopo la seconda guerra mondiale, purtroppo, almeno per ora, non ha successori. 

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