(ASI) “L’evasione fiscale – lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – è un’emergenza, la maggiore iniquità alla quale siamo esposti. Bisogna intervenire radicalmente come mai è stato fatto in questa direzione”.
Tutti, eccetto gli evasori, naturalmente, perfettamente d’accordo. Anche perché si tratta di risorse, sottratte allo Stato, che ammontano, secondo alcune stime, dai 100 ai130 miliardi di euro. Recuperarli, almeno in parte, sarebbe un buon viatico per salvare un bilancio che ci sta portando alla bancarotta. Ma di lotta all’evasione fiscale si parla da almeno trent’anni. Ma nessun governo è riuscito a trovare il modo per scoraggiare quest’esercito di italiani che continua a non pagare i vari tributi, perché non corre alcun rischio. Ora ci sta provando il nuovo governo. Ci riuscirà? Dalle anticipazioni sembrano tutti interventi piuttosto macchinosi, pure difficili da realizzare per un obiettivo dichiarato di “soli” 7 miliardi. Non servono le famose e mitiche “manette agli evasori”, come dice qualcuno, promesse appunto da trent’anni, senza alcun risultato. Nel nostro Paese - è cosa arcinota - per non andare in carcere ci sono mille espedienti, quindi è un’arma scarica a cui non crede più nessuno. Ecco allora le lotterie o l’uso del bancomat e della carta di credito con premi più o meno fantasiosi per chi non usa il contante. C’è da considerare che se il Pos (point of sale) non funziona o “manca la linea” (notizia vera o molto più probabile inventata) e si deve pagare, come si fa? Bisogna comunque avere il denaro in tasca. E poi si tratta di favorire ancora una volta le banche perché anche se il Pos diventerà gratuito, il denaro che è sul conto corrente deve essere trasferito con un bonifico che costa, moltiplicato per milioni di operazioni, rappresenta, di fatto, una tassa per i clienti e un business, (un altro!) per gli istituti di credito che già spadroneggiano con le varie commissioni. Qualcuno ha pensato ad una detrazione dal reddito di tutte le spese, da quelle del falegname, a quelle dell’idraulico o del barbiere, del ristorante e del treno. Mi domando questi signori dove vivono. Non si ricordano che abbiamo armadi già pieni di documenti: dalle varie dichiarazioni dei redditi alle ricevute del medico (quando la rilascia) dalle bollette del gas a quelle dell’energia elettrica, e poi, l’Imu, la Tari, la Tasi, il bollo auto, l’assicurazione, le multe, ecc. Mi sembrano tutti interventi, molto incerti nei risultati, con l’obiettivo, certo, di rovinarci la vita. Invece di intervenire a valle sarebbe invece opportuno intervenire a monte, facendo cioè in modo che l’evasore potenziale non trovi conveniente evadere. Come? Con una legge semplicissima, concepita più o meno così. L’idraulico, l’elettricista, il dentista, il professore, il negoziante e comunque tutti coloro che hanno l’obbligo della fattura, ricevuta fiscale o scontrino che non rilasciano il documento fiscale imposto dalle leggi corrono questi rischi. Fuori dai negozi e dagli studi dei professionisti si devono mettere due finanzieri in borghese che fermano il cliente appena uscito dal negozio, o dallo studio di un professionista, e gli chiedono il documento fiscale, se questo non è stato rilasciato entrano con il cliente nel negozio, o nello studio, ed elevano, in flagranza di reato, un verbale che immediatamente dopo viene trasmesso all’Agenzia delle Entrate. Senza indugi si procederà alla immediata chiusura del negozio, o dello studio, per 15 giorni con una scritta a carattere cubitali “chiuso per evasione fiscale dal… al… “ firmato: Agenzia delle Entrate. Inoltre, viene comminata una multa di 3.000 euro, che si riduce a 1.000 euro se il pagamento avviene entro 5 giorni. Se il fatto si dovesse ripetere la chiusura dovrebbe essere di un mese e la multa di 6.000 euro, ridotta a 2.000 in caso di pagamento entro 5 giorni. Per gli ostinati che dovessero continuare ad evadere ci sarebbe, per i negozianti, il ritiro della licenza, e per i professionisti la cancellazione dall’Ordine. Una legge concepita così costringerebbe tutti a pagare per la semplice ragione che non sarebbe più conveniente evadere. Ma faranno una legge di questo tipo? Certamente no. Non perché dovrebbero pagarmi il copyright, molto più semplicemente perché è troppo facile, efficace e fa perdere voti.
Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia