(ASI) Forza Nuova esprime piena e incondizionata solidarietà a Frediano Manzi da 29 giorni in sciopero della fame e, cosa ancor più grave, rifiuta di assumere dei farmaci essenziali per la sua salute. Manzi, presidente dell’Associazione SOS Racket e Usura, ha deciso d’intraprendere lo sciopero della fame perché non ottiene risposte dai politici circa la sua richiesta di modifica della legge 108/96.
La legge è stata approvata in fretta e furia sull’onda emotiva di cinque suicidi per usura. Manzi chiede di intervenire su tre punti e si dice pronto ad andare fino in fondo sfidando apertamente, con il suo deperimento quotidiano, il sistematico silenzio della politica. Il primo problema riguarda l’accesso al fondo per le vittime d’usura che esclude sistematicamente tutte quelle vittime che non figurano come impresa o partita Iva. Resta fuori una galassia intera di persone: casalinghe, pensionati, dipendenti pubblici, dipendenti di aziende private.
Il secondo problema è che anche quei pochi imprenditori che accedono al fondo finiscono per essere strozzati una seconda volta, stavolta per mano dello Stato. Perché da una parte si incentiva a parole la denuncia, dall’altra la si disincentiva con i fatti erogando i pochi contributi con un ritardo da 3 a 5 anni. Per questo Manzi chiede che le vittime che hanno diritto a fondi li ottengano non oltre un anno dalla data delle presentazione della denuncia. “Per non morire di fame nel frattempo”.
Pesa su ogni tentativo di riscatto dal racket per via istituzionale la vicenda di Carlo Ferrigno per la quale il presidente di Sos Racket e Usura chiede da tempo una Commissione Parlamentare di Inchiesta. La vicenda è nota. Ferrigno è stato a capo del Comitato Nazionale Antiracket dal 2003 al 2006. Nominato dal Governo Berlusconi e recentemente arrestato dalla Procura della Repubblica di Milano in seguito a una denuncia proprio di Frediano Manzi. Ferrigno è accusato di aver chiesto a molte vittime che si rivolgevano al Comitato prestazioni sessuali per accedere al fondo. Tra le vittime degli strozzini, vittime del loro stesso salvatore, figura anche una minorenne. Ai primi di luglio il gip Andrea Ghinetti ha rigettato il secondo tentativo di patteggiamento di Ferrigno a 2 anni e 8 mesi perché ritenuto “non congruo alla gravità dei comportamenti messi in atto”. "
Si vuole sapere come siano stati gestiti e desinati le decine di milioni di euro da lui erogati in questi anni”. Ed intanto oggi dopo 29 giorni di sciopero della fame, della sospensione dei farmaci e della riduzione ad un litro di liquidi assunti, per far cambiare due norme alla legge 108/96 sull'usura, e per richiedere sino allo sfinimento una Commissione di Inchiesta Parlamentare sul caso Ferrigno, Manzi si è sentito male, ma non vuole desistere dallo sciopero.