(ASI) Non chiamatelo semplicemente treno storico. Chiamatelo “il futuro”. In occasione della presentazione della mini serie documentario “L’Italia del Treno”, l’ingegner Luigi Cantamessa, e Fondazione Fs, illustrano chiaramente una visione che promette di riservare ampie soddisfazioni e riconoscimenti tanto alla stessa Fondazione, e al suo appassionato Direttore, quanto all’Italia tutta.
Vivere il treno
Quando è che il treno diventa un fenomeno di costume? La risposta a cui siamo più abituati è: quando cessa di essere un prodotto dell’industria per divenire una testimonianza del passato. Ma questa risposta non ha mai del tutto accontentato l’ingegner Luigi Francesco Cantamessa, Direttore Generale di Fondazione Fs. “Il treno è un patrimonio vivo e da vivere” - ha spiegato Cantamessaa. Ecco perciò che, avvalendosi di una innata passione per i treni, unita alle più moderne tecniche documentaristiche, e ad una certa dose di carisma comunicativo, si da vita alla sintesi di questa visione.
Il documentario mini serie “L’Italia del treno” incarna infatti tutti questi elementi, capaci di trasformare il treno d’epoca, da oggetto di culto per appassionati e nostalgici, in un vero e proprio fenomeno di costume e società. “Molti si sono innamorati sui treni, io mi sono innamorato dei treni”. Con queste parole l’ingegner Cantamessa ha illustrato la visione che intende proporre non solo all’Italia, ma al mondo intero.
La miniserie documentaristica, frutto della collaborazione tra il gruppo Ferrovie dello Stato e History, è stata presentata ieri in anteprima presso la sede del Gruppo Fs Italiane a Roma.
Alla presentazione sono intervenute le più alte cariche del Gruppo Ferrovie dello Stato: Mauro Moretti, presidente di Fondazione FS, ed ex AD di Trenitalia, Luigi Cantamessa, Direttore Generale di fondazione FS, Riccardo Pozzi, Direttore Centrale Risorse Umane Gruppo FS Italiane, e l’AD del Gruppo FS Italiane Gianfranco Battisti.
La serie sarà in onda a partire dal 22 ottobre su History (Canale 407 su piattaforma Sky), alle 21:50. A guidare il pubblico alla scoperta dei binari italiani, dei territori e dei mezzi che li attraversarono, il giornalista Beppe Severgnini e Raffaele di Placido. I due conduttori, sotto la regia di Paolo Malizia, potranno così guidare il pubblico alla scoperta di un mondo segreto e fino ad oggi riservato a pochi. Suggestivi viaggi su locomotive a vapore, vedute panoramiche aeree che si alterneranno a inquadrature direzionali in primo piano, e poi giù, fin nel cuore delle strutture più segrete della stazione di Roma Termini. Niente computer grafica, ma solo testimonianze dirette a stretto contatto con il materiale rotabile di fondazione FS, le strutture e le testimonianze filmate, fotografiche e cartacee messe a disposizione dal Gruppo FS Italiane. Si tratta di oltre 350 mila fotografie non digitalizzate e 500 mila immagini digitalizzate risalenti al periodo che va dagli anni ’30 ai giorni nostri, per raccontare la storia d’Italia letteralmente dal finestrino dei treni storici.
“Il treno è democratico”
Ma perché raccontare questa storia? La risposta a questa domanda è stata affidata dall’ingener Cantamessa a Beppe Severgnini. “Il treno ha unito l’Italia. Il treno è un ideale palcoscenico di vita, dove le piccole storie private di milioni di italiani che si sono legate con le grandi vicende nazionali dall’Unità d’Italia fino ad oggi” – ha spiegato Severgnini che ha concluso – “Si racconti il treno perché il treno è democratico”. Anche Paolo Malizia, regista della serie, ha spiegato che “la passione dell’ingegner Cantamessa ha finito con il contagiare tutte le persone coinvolte nel progetto e certamente, da queste ultime, giungerà anche al pubblico a casa”.
Ferrovie d’epoca: perché?
Non chiamatele semplicemente ferrovie d’epoca, bensì la nuova frontiera del futuro. Questa, in sintesi la visione, oltre che di Fondazione FS, anche di tutto il Gruppo FS Italiane. Per Mauro Moretti, presidente di Fondazione FS, la nascita di quest’ultima era “necessaria al fine di non disperdere il patrimonio delle ferrovie tra le varie divisioni organizzative”. “La storia ci dice che tutte le epoche hanno lasciato un patrimonio artistico e culturale. Così è stato per l’epoca romana, per il rinascimento e per il barocco. Le ferrovie sono il patrimonio culturale del nostro tempo, quello dall’era industriale fino ai giorni nostri”- ha concluso Moretti.
Ma non si tratta di un patrimonio costituito da polverosi archivi, o musei per intenditori, perché la visione di Fondazione FS, e del suo Direttore Generale, sono ben diverse. “In Italia abbiamo 3500km di ferrovie da valorizzare. Esse magari non sono più appetibili dal punto di vista commerciale a causa delle mutate abitudini, ed esigenze, degli italiani. Queste linee spesso interessano zone di altissimo pregio paesaggistico e storico – culturale, che restano perciò tagliate fuori dai grandi flussi turistici. Per evitare la dismissione di queste ferrovie è necessaria una nuova visione del trasporto su ferro, che per essere realizzata ha bisogno che il treno storico non sia solo un giocattolo da ammirare, ma un vettore funzionante a tutti gli effetti, al pari dei mezzi in servizio regolare. Il treno storico può non solo riportare in vita queste ferrovie, ma anche portare notevoli opportunità ai luoghi interessati, e al paese”.
Tali opportunità sono state spiegate da Gianfranco Battisti, attuale AD del Gruppo Ferrovie dello Stato. “I grandi flussi turistici nazionali ed internazionali sono tutti concentrati verso le mete classiche. Città come Venezia, Roma e Firenze, ormai hanno sempre più spesso a che fare con periodi di sovraffollamento e quindi nell’impossibilità di soddisfare tutta la domanda turistica. Il treno storico può essere un volano per la redistribuzione di flussi turistici in quanto la sua attrattività, e il suo successo presso il turista, sia italiano che straniero, sono ormai comprovate. Trenitalia ed il Gruppo FS Italiane credono che questo sia il futuro. L’alta Velocità ferroviaria ha consentito di collegare rapidamente tutto il paese. Ma le sfide per il futuro sono la rinascita delle ferrovie locali e territoriali, e una rinnovata attenzione ai pendolari e all’utenza dei treni regionali. Come ha sempre fatto in passato, la ferrovia continuerà dunque a giocare un ruolo chiave nella costruzione del futuro della nazione” – ha spiegato Battisti.
Appuntamento quindi al 22 ottobre per quella che non è solo la prima puntata di una serie documentaristica, ma molto probabilmente l’inizio di una nuova era del trasporto ferroviario in Italia. Per saperne di più su Fondazione FS e sul suo Direttore Generale, è possibile consultare anche l’esclusiva intervista rilasciata dall’ingegner Luigi Cantamessa ad Agenzia Stampa Italia.
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia