(ASI) Il mondo politico attende di capire l’esistenza di un’eventuale possibilità di formare una maggioranza di governo o, in caso contrario, le ulteriori decisioni del Quirinale.
Matteo Salvini tenta di non interrompere ogni rapporto con Luigi Di Maio. Quest’ultimo “faccia un bagno di umiltà e torni al dialogo col centrodestra unito”, è l’invito rivolto dal leader leghista, che ha sottolineato l’importanza di “mantenere la parola” data e ciò “vale più dell’ambizione” del capo politico grillino. Il segretario del Carroccio ha ribadito quindi la fedeltà nei confronti degli altri componenti della sua coalizione che ha vinto le ultime elezioni nazionali. Non ha escluso, tuttavia, la possibilità di chiamare gli italiani nuovamente alle urne nel caso in cui non si riuscisse a trovare un accordo. Gli spazi per un’ intesa si stanno tuttavia riducendo, dopo l’ennesima chiusura di Silvio Berlusconi: “Io non ho posto veti, ma Di Maio dice che sono il male assoluto e che non vuole ministri o sottosegretari di Forza Italia” in un ipotetico esecutivo, ha chiarito il Cavaliere escludendo il ritorno al voto e appellandosi al buon senso del presidente della Repubblica. Ha chiesto così a Sergio Mattarella di offrire la possibilità, al centrodestra, di valutare le strategie più opportune, in parlamento, per superare questo momento di difficoltà.
“La Lega ha preferito salvare Berlusconi piuttosto che gli italiani dalla povertà”, è stato invece il durissimo attacco del capogruppo pentastellato al senato, Danilo Toninelli, che ha sottolineato che la premiership di Di Maio è una condizione irrinunciabile “non per noi, ma per quanto è accaduto il 4 marzo”.
Acque agitate anche nel Partito Democratico. Il segretario reggente ha accusato Matteo Salvini dello stallo che si è creato. Maurizio Martina ha chiarito di non avere intenzione di ricevere lezioni da parte sua “perché per oltre 2 mesi ha raccontato agli italiani solo bufale”, aggiungendo che la salita del leader del Carroccio a Palazzo Chigi “ci porterebbe da Orban contro gli interessi” del nostro paese. Il deputato Michele Anzaldi ha confermato il suo “no” al dialogo con Di Maio poiché non sono ancora cessati i tentativi di intesa tra quest’ultimo e la Lega. Scetticismo anche dal capogruppo Dem al Senato, Andrea Marcucci, mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, non ha escluso l’opzione di tornare alle urne in caso di fallimento.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia